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Omicidio Giulia Cecchettin

Filippo Turetta, un’amica: “L’audio di Giulia? Le tremava la voce, non abbiamo colto i suoi segnali”

Un’amica di Filippo Turetta commenta l’audio di Giulia Cecchettin inviato 39 giorni prima della scomparsa e dell’omicidio: “Il suo era un grido d’aiuto che porta ad una riflessione precisa. Appena l’ho ascoltato ho sentito la sua richiesta di aiuto, la sua voce e le sue parole mi hanno davvero trafitto”.
A cura di Ida Artiaco
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"Il suo era un grido d’aiuto che porta ad una riflessione precisa, ossia il riuscire a captare dei messaggi che riceviamo e che magari non cogliamo". A parlare al Mattino di Padova è Caterina, una amica di Filippo Turetta, che è stato arrestato domenica scorsa in Germania per l'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin.

Le parole di Caterina su Giulia: "Chiedeva aiuto"

Caterina ha commentato l'audio diffuso mercoledì sera dal Tg1 e da Chi l'ha visto? in cui si sente Giulia chiedere aiuto alle sue amiche perché "non sopporto più Filippo. Vorrei sparire dalla sua vita ma non so come fare, mi sento in colpa perché lui potrebbe farsi del male in qualche modo". Ha la voce che trema, è spaventata.

Il vocale è stato inviato dalla studentessa 39 giorni prima della scomparsa, avvenuta l'11 novembre. Insieme a Filippo era andata a fare shopping in un centro commerciale di Vigonovo in vista della seduta di laurea a cui avrebbe dovuto partecipare il giovedì successivo per discutere la tesi. Poi, lui l'avrebbe aggredita, uccisa e lasciato il corpo in un canalone nei pressi del lago di Barcis.

"Nessuno poteva prevedere ascoltando il messaggio di Giulia che potesse finire com’è finita. – ha aggiunto Caterina -. Ma appena l’ho ascoltato ho sentito la sua richiesta di aiuto, la sua voce e le sue parole mi hanno davvero trafitto. Per come sono fatta io sarei intervenuta, magari raccontandolo ad altre persone. Le parole di Giulia mi hanno fatto piangere, aveva la voce che tremava. Dobbiamo impegnarci per cercare di capire le difficoltà di chi manda anche messaggi indiretti, ma è sbagliato gettare la croce addosso a qualcuno. Una riflessione che ci aiuti per il futuro".

Un compagno di classe di Filippo: "Non l'ho mai visto perdere le staffe"

Un compagno di classe del liceo di Filippo lo ricorda come un ragazzo mite. "In due anni che siamo stati in classe assieme non l'ho mai visto perdere le staffe, arrabbiarsi in modo particolare, quindi la ricostruzione che lui fosse irascibile e spaccasse qualsiasi cosa nei momenti di collera non mi risulta, almeno durante quegli anni", ha raccontato il ragazzo.

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Intanto, è tutto pronto per il rientro in Italia di Filippo Turetta, che dopo l'arresto vicino Lipsia, ha trascorso gli ultimi giorni nel carcere tedesco di Halle. Arriverà sabato mattina a Venezia a bordo di un aereo militare. Al momento è indagato per omicidio volontario aggravato e sequestro di persona. Ma il capo di imputazione potrebbe cambiare se venisse riconosciuta anche l'aggravante della premeditazione o della crudeltà.

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