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Omicidio Giulia Cecchettin

Filippo Turetta risponde alle domande del pm: interrogatorio fiume per nove ore in carcere

Un interrogatorio fiume durato oltre nove ore quello di Filippo Turetta che oggi è stato ascoltato in carcere dal pm di Venezia Andrea Petroni, titolare del fascicolo di indagine sull’assassinio di Giulia Cecchettin.
A cura di Antonio Palma
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Ha parlato a lungo oggi Filippo Turetta davanti al pm che lo interrogava. Il 22enne di Vigonovo, in carcere per aver ucciso la sua ex fidanzata Giulia Cecchettin, si è sottoposto a un interrogatorio fiume durato oltre nove ore. Il giovane, reo confesso dopo la fuga e l’arresto in Germania, questa mattina infatti è stato raggiunto alle 11 nel carcere di Verona dal pm di Venezia Andrea Petroni, titolare del fascicolo di indagine, e ha proseguito il colloquio fino a sera.

Il magistrato, che è uscito dal penitenziario solo intorno alle 20, ha deciso di porgli una serie di domande specifiche dopo che l’indagato si era avvalso della facoltà di non rispondere nel primo incontro col Gip Benedetta Vitolo durante l’interrogatorio di garanzia. Dato il numero di ore, lo studente potrebbe aver in gran parte chiarito quanto accaduto la sera dell'11 novembre. Nella sua prima occasione di colloquio coi magistrati, Turetta invece aveva reso solo dichiarazioni spontanee confessando il delitto e ribadendo quanto aveva già affermato davanti agli agenti della polizia tedesca dopo il fermo.

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Il 22enne aveva però assicurato di non volersi sottrarre al giudizio e di voler collaborare con i magistrati per ricostruire tutta la terribile vicenda. "Sono affranto per la tragedia che ho causato. Non voglio sottrarmi alle mie responsabilità. Voglio pagare quello che sarà giusto per aver ucciso la mia ex fidanzata", aveva detto.

L’interrogatorio di oggi col pm, però, molto probabilmente è solo il primo di una lunga serie di incontri che Turetta avrà con gli inquirenti della Procura veneziana. Nonostante le ore trascorse, impossibile infatti ricostruire tutta la serie di punti oscuri dell’intera vicenda con un solo interrogatorio. Le domande della pubblica accusa sono tante e altri potrebbero essere gli addebiti per Turetta oltre a quello del reato di omicidio, visto che le indagini proseguono.

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Le stesse parole dell’indagato, assistito dai legali Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, infatti potrebbero portare i pm a contestare altri reati o aggravanti come la premeditazione. Molto però dipenderà anche dai risultati dall’autopsia, che si è svolta sempre oggiall'istituto di medicina legale dell'università di Padova alla presenza dei periti di parte. L'esame post mortem ha stabilito che Giulia ha subito tantissime coltellate ed è morta dissanguata subito dopo lite con Turetta.  Molto dipenderà infine anche dai risultati delle analisi scientifiche dei Ris dei carabinieri sui reperti collegati al delitto di Giulia.

In base a questi esiti, infatti, la Procura avrà un quadro più completo sulle cause della morte della ragazza e potrà porre altre domane a Turetta che in carcere ha già incontrato diverse volte i suoi avvocati per prepararsi all'interrogatorio.

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