Filippo Turetta resta nell’infermeria del carcere di Verona: “Qui fino al necessario, nessun privilegio”
Resterà nell'infermeria del carcere Montorio di Verona fino a quando sarà necessario. Così la direttrice della struttura, Francesca Gioieni, ha aggiornato a proposito della situazione di Filippo Turetta, recluso in seguito all'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin.
A Il Gazzettino, la direttrice ha spiegato che, dopo aver lasciato la sezione di Psichiatria, "resterà in questo reparto finché lo riterrà necessario l’equipe multidisciplinare cui compete la valutazione", specificando che non gode di alcun trattamento di privilegio.
Particolare confermato dal sottosegretario Ostellari, che dopo la visita al carcere nelle scorse ore ha dichiarato: "Non siamo venuti qui per fare polemiche. Mi limito quindi a ribadire che in questa struttura, come nelle altre, non si applicano trattamenti di favore nei confronti di nessuno. Le decisioni su quelle che possono essere le attività trattamentali e ricreative, adeguate a ciascun utente, vengono prese da personale qualificato".
Turetta, dunque, condividerebbe ormai da settimane un letto a castello con un 60enne la cui compagnia potrebbe giovargli. È il criterio adottato dall'istituto penitenziario: accoppiare detenuti con problemi psichici o disturbi fisici che potrebbero essere utili l'uno all'altro.
Intanto, continuano le indagini per ricostruire esattamente cosa è successo a Giulia Cecchettin la sera dell'11 novembre 2023. In particolare, si sta cercando di capire se le coltellate alla 22enne siano state inferte all'interno della Fiat Punto nera del ragazzo, già analizzata dagli uomini del Ris di Parma nei giorni scorsi. Per fare ciò dovrà anche essere effettuata dai carabinieri la bloodstain pattern analysis, la tecnica che studia forma ed eventuale traiettoria seguita del sangue, per la cui effettuazione si attende l'incarico dal pm Paolo Petroni.
Altre analisi dovranno essere effettuate sugli oggetti ritrovati nella vettura, arrivata a inizio dicembre in Italia dalla Germania, dove Turetta fu arrestato il giorno dopo la scoperta del cadavere di Giulia nei pressi del lago Barcis. Verranno analizzati il coltello, i sacchi neri, il telefono e lo scotch che erano nell’auto per capire se ci sia stata premeditazione e crudeltà da parte del ragazzo, aggravanti che in caso di condanna potrebbero valergli l'ergastolo.