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Omicidio Giulia Cecchettin

Filippo Turetta, premeditazione e crudeltà per l’omicidio Cecchettin: il file con gli appunti e le coltellate

Filippo Turetta aveva pianificato nel dettaglio l’omicidio di Giulia Cecchettin, compreso l’occultamento del cadavere, e la sua fuga. Le indagini della Procura sono chiuse: al giovane, che rischia l’ergastolo, viene contestata premeditazione e crudeltà.
A cura di Susanna Picone
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L'inchiesta sul femminicidio di Giulia Cecchettin avvenuto l'11 novembre dello scorso anno è ormai chiusa, e la Procura di Venezia si appresta a chiedere il processo per Filippo Turetta, l'ex fidanzato della vittima e reo confesso dell’omicidio. Turetta, attualmente detenuto a Verona, non potrà chiedere il rito abbreviato con i capi d'imputazione contestati e l'aggravante della premeditazione e della crudeltà.

L’atto d'accusa che i pm di Venezia gli hanno notificato è un condensato di orrore. Per gli inquirenti Turetta si era appuntato "il piano" per uccidere Giulia in un file del suo computer, aveva scritto come legare la ragazza con il nastro adesivo mani, caviglie, ginocchia, e anche come tapparle la bocca. Avrebbe pianificato nel dettaglio il delitto, compreso l’occultamento del cadavere della ragazza, recuperato dopo giorni nei pressi del lago di Barcis, e poi la sua fuga in Germania.

La pianificazione del femminicidio è evidenziata dagli acquisti fatti prima del crimine, incluse le mappe stradali per la fuga, i percorsi trovati in internet, il luogo dell'abbandono del cadavere. E per la fuga Turetta avrebbe acquistato materiale per la propria sopravvivenza.

È emerso anche che il giovane seguiva l’ex fidanzata e compagna di studi con un’app spia installata sul cellulare. L'aggravante della crudeltà è data dall’accanimento: sarebbero 75 le coltellate contro la giovane donna. Filippo Turetta rischia per tutto questo l’ergastolo: lo ha spiegato a Fanpage.it l’avvocato Daniele Bocciolini nel giorno in cui la Procura di Venezia ha annunciato la chiusura delle indagini.

Il capo d'imputazione formulato nei confronti del giovane è di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, crudeltà, efferatezza, sequestro di persona, porto d'armi continuato e occultamento di cadavere. Per Turetta c'è anche l'accusa di stalking.

Filippo Turetta
Filippo Turetta

Le ricerche su internet e gli appunti nel file su come legare e imbavagliare Giulia

Filippo Turetta, secondo gli inquirenti, aveva un "piano" per uccidere Giulia Cecchettin. Lo aveva preparato "in un file del suo computer, in cui aveva scritto come legare Giulia con il nastro adesivo mani, caviglie, ginocchia, e anche come tapparle la bocca". Un file scritto, cancellato e infine recuperato dagli esperti informatici. L’omicidio era stato quindi pianificato nel dettaglio, Turetta aveva costruito il suo "spietato piano criminoso" pianificandolo "almeno dal 7 novembre", quattro giorni prima di quel sabato sera, quando i due ex fidanzati non sono tornati nelle loro rispettive case.

Manette, cordame, badili e sacchi neri per l’omicidio dell’ex fidanzata

Nelle ricerche su internet fatte da Turetta, ricostruisce il Corriere del Veneto, c'erano voci come "nastro isolante, manette, cordame, badile, sacchi neri". Già nei giorni immediatamente successivi all’omicidio era emerso che Turetta aveva comprato online dello scotch compatibile con quel pezzo ritrovato nella zona industriale di Fossò (Venezia) dove la 22enne è stata aggredita. L'acquisto potrebbe essere stato effettuato due o tre giorni prima dell’11 novembre.

L’app installata sul telefono di Giulia: Filippo Turetta è accusato anche di stalking

A Turetta viene contestata una crudeltà "chiaramente eccedente l'intento omicida", emerge dalle indagini. Il controllo che esercitava su Giulia era continuo. Aveva installato una app-spia sul suo cellulare e aveva pianificato il delitto e la fuga almeno dal 7 novembre.

E anche i messaggi che la vittima scriveva alle sue amiche per parlare dei comportamenti di Turetta, all’epoca il suo ragazzo, restituiscono un quadro inquietante. Le condotte persecutorie su di lei andavano avanti da mesi. "Talmente cattivo con le parole e con i gesti che mi faceva proprio paura", scriveva tra i vari messaggi Giulia.

Anche pochi giorni prima dell’omicidio Turetta aveva avuto uno scatto di ira in pubblico nei confronti della ex fidanzata che non voleva saperne di tornare con lui. Questo lo aveva raccontato un’amica di Giulia: "Erano in una gelateria, lui si è alzato e ha sbattuto le mani sul tavolo e Giulia mi aveva detto che per fortuna c’erano altre persone perché aveva avuto paura".

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Turetta accoltellò Giulia anche in auto mentre moriva

Giulia Cecchettin fu accoltellata anche nei sedili posteriori dell'auto di Turetta, quando già si stava dissanguando, dopo che lui l'aveva già colpita con un fendente letale nella zona industriale di Fossò. Questa l'ipotesi sulla dinamica della morte della giovane che emerge dalle analisi medico-legali e scientifiche nell'inchiesta dei carabinieri e della Procura di Venezia.

Come emerso subito dopo il delitto, una telecamera di sorveglianza aveva ripreso le fasi finali della seconda aggressione: si vedeva Giulia, spinta e colpita da dietro mentre tenta di fuggire, già fuori dalla macchina. Sbatte la testa su un marciapiede e lui la carica sull'auto. Quel colpo da dietro sarebbe stato un fendente letale. Ma poi l'uomo avrebbe infierito su di lei con altre coltellate in auto. Da qui anche la contestazione da parte dei pm dell'aggravante della crudeltà.

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