Filippo Turetta e l’accusa per la Playstation in carcere, il garante: “L’ho portata io, nessun privilegio”
Dopo quanto dichiarato dall'associazione per i diritti dei detenuti Sbarre di Zucchero su privilegi concessi a Filippo Turetta nel carcere di Montorio, dove si sono verificati già 3 suicidi, è intervenuto il garante dei detenuti di Verona, don Carlo Vinco, che ha scritto una lettera ai giornali. "Resto davvero stupito – scrive – per la polemica di questi giorni sulla Playstation in carcere che sarebbe un privilegio per un giovane detenuto, uno strumento che trasforma il carcere in un parco divertimenti".
I privilegi, smentiti dalla direttrice del carcere di Montorio e da alcuni detenuti, secondo l'associazione Sbarre di Zucchero sarebbero stati concessi a Turetta, che ha ucciso l'ex fidanzata Giulia Cecchettin occultando poi il corpo e dandosi alla fuga, nella sezione infermeria del carcere. Il 22enne sarebbe stato spostato qui per evitare l'isolamento e scongiurare possibili atti di autolesionismo. Il garante dei detenuti ha parlato dei presunti favoritismi e delle parole del sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, che il 12 gennaio sarà a Verona per "verificare" le accuse.
"Non è stato un attacco a Turetta – precisa ora Sbarre di Zucchero – ma a una struttura che per alcuni si preoccupa di trovare il ‘giusto' compagno di cella e i passatempi, mentre di altri si dimentica totalmente".
Nella lettera, Don Vinco fa chiarezza sulla scelta di fornire al 22enne che ha ucciso l'ex fidanzata prossima alla laurea un "passatempo". "Quella Playstation l'ho fornita al carcere più di sei mesi fa – asserisce – nelle due sezioni sanitarie, quella di infermeria e quella di cura psichiatrica. Mai avrei pensato a polemiche così banali. Voglio sperare che le frasi riportate abbiano un contesto più ampio e ragionato, ma sono davvero avvilenti per chi vive da detenuto e per quelli che in carcere svolgono la loro professione. Pensare che sia un privilegio la possibilità di usare la Playstation per ristretti momenti della giornata, in uno spazio comune e sempre condiviso con gli altri, vuol dire non conoscere la sofferenza e la disperazione di chi è rinchiuso".
"Il rischio – continua – è che non solo Turetta non goda di alcun privilegio, ma che l'insinuarlo porti a un suo ulteriore isolamento. Giustamente, l'associazione Antigone ha presentato un rapporto dopo la visita a Montorio in cui parla di sovraffollamento, problemi sanitari, spazi, telefonate che non possono essere fatte e mancanza di lavoro. Non certo di Playstation".
"In queste settimane, nella sezione dell'infermeria, ho visto persone molto tolleranti, senza giudizi o polemiche, capaci di accoglienza anche con gesti solidali. Ho visto agenti rispettosi e consapevoli di dover controllare e custodire con rispetto della dignità e discrezione – continua don Vinco -. In più di un'occasione h espresso stima per come il carcere di Verona nel suo insieme ha gestito una situazione complessa nella carenza della struttura, che riguarda purtroppo tutti i detenuti".
"sarebbe grave se assistessimo a intolleranza e discriminazioni – conclude – sollevate più che da giudizi interni, da opinioni e provocazioni dall'esterno della struttura".