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Filippo, il bimbo col cuore artificiale nel carrello: dopo 120 giorni può uscire dal reparto

Con i cuori artificiali più leggeri i bambini riescono a essere autonomi e indipendenti. Il policlinico Sant’Orsola di Bologna è il primo ospedale in Italia ad adottare le nuove Driving Unit Excor. Due giorni fa il bimbo di 6 anni ha ricevuto il nuovo dispositivo ed è andato a fare colazione al bar coi suoi genitori.
A cura di Susanna Picone
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Policlinico di Sant'Orsola IRCCS
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"Filippo ha 6 anni e un paio di scarpe che si illuminano quando cammina. Oggi per la prima volta dopo 120 giorni le ha portate fuori dal reparto di Cardio Chirurgia Pediatrica, la sua casa dallo scorso 25 dicembre quando è stato necessario attaccarlo a un cuore artificiale": inizia così un comunicato diffuso dal Policlinico Sant'Orsola di Bologna, che racconta la storia di questo bambino che con l’ultimo intervento ha ricevuto un cuore artificiale più leggero.

Filippo – il nome è di fantasia – a Natale scorso è stato attaccato a un cuore artificiale nel reparto di Cardio Chirurgia Pediatrica del Policlinico Sant'Orsola di Bologna. Ora, dopo ben 120 giorni, è uscito grazie a un cuore più leggero, adottato per la prima volta in Italia.

Policlinico di Sant'Orsola IRCCS
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Il dispositivo, di ultima generazione, si chiama Driving Unit Excor e l'intervento è stato effettuato due giorni fa. I nuovi cuori artificiali sono molto più leggeri, passando dai 90 chilogrammi dei vecchi modelli agli attuali 9. Così, grazie a un semplice carrellino, i bambini riescono a essere autonomi e indipendenti.

"Oggi siamo andati al bar a fare colazione assieme Filippo, io e il suo papà. – le parole della mamma del piccolo – Momenti familiari che per i più sono banali ma che per noi sono straordinari. La prima cosa che Filippo ha detto uscendo dal reparto è stato WOW! È bellissimo vederlo autonomo e indipendente, finalmente il bambino di 6 anni che è".

Questi cuori artificiali sono strumenti salvavita che sostituiscono completamente il cuore, costituiti da una pompa meccanica che simula le funzioni cardiache. Attualmente, nell’unità operativa di Cardiochirurgia pediatrica del Sant'Orsola diretta da Gaetano Gargiulo, ci sono cinque bambini con patologie complesse che richiedono l'utilizzo di un cuore artificiale e che riceveranno il nuovo dispositivo. L'investimento è di circa 90mila euro all'anno per ogni paziente.

Policlinico di Sant'Orsola IRCCS
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L’ospedale aveva anticipato l’arrivo di queste nuove apparecchiature a dicembre. "Quando hai detto ‘faremo’ a bambini piccoli con malattie così impattanti come queste e alle loro famiglie, dire ‘abbiamo fatto’ è un dovere prima che un piacere", il commento di Chiara Gibertoni, Direttore Generale dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola.

"Grazie al costante miglioramento delle cure e delle possibilità terapeutiche per questi bambini, sono fortunatamente aumentati i casi di pazienti che pur con una grave patologia cardiaca riescono a sopravvivere e attendere la disponibilità di un nuovo cuore e questo spiega perché non sono più casi isolati. Solo nella nostra unità operativa – le parole del dottor Gargiulo – nel giro di pochi mesi, siamo passati da due a cinque i bambini assistiti con un ventricolo artificiale, il numero attualmente più alto in Italia".

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