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Figlia vittima di abusi si suicida: i genitori si tolgono la vita. Le loro ceneri in mare come Chiara

Il dolore dello zio paterno di Chiara, la giovane di Orbassano che si tolse la vita a causa degli abusi subiti da bambina, è incolmabile: “Siamo annientati dal dolore, non c’è altro da dire”. Nessun rito funebre per i suoi genitori: le loro ceneri in mare come quelle della figlia.
A cura di Biagio Chiariello
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Una foto della famiglia condivisa su Facebook dalla Farmacia San Giovanni
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Nessun rito funebre per Alessandro Giacoletto e Cristina Masera, la coppia di coniugi che ha scelto di porre fine alla propria vita. Una tragica decisione che ha richiamato quella presa due anni prima dalla figlia Chiara, sopraffatta dal dolore causato dagli abusi sessuali subiti durante l'infanzia da un parente stretto, successivamente deceduto a causa di un cancro. Le loro ceneri saranno sparse in mare, come aveva voluto Chiara. "Che ora tornino a sorridere insieme", dice Mario, il fratello di Alessandro, devastato dal dolore a Repubblica.

Una scelta quella di Alessandro e Cristina che sembrava maturata da tempo, forse fin dal giorno in cui Chiara si era suicidata. Alessandro Giacoletto, medico di professione, aveva lasciato un biglietto nel suo ambulatorio che recitava: "Se oggi non ci sono in studio, è perché ho raggiunto Chiara". A trovarlo è stata la sua segretaria, Margherita Denaro, che ora si tormenta per non aver agito con maggiore prontezza.

La donna, una volta giunta in studio, non era andata subito a controllare nella stanza del professionista,. Quando ha trovato il messaggio, ha immediatamente avvisato la sorella di Alessandro. "Lo diceva da quasi tre anni, ma poi tornava, e pensavi che non l’avrebbe mai fatto. Io avevo gente davanti, in studio", ha spiegato ancora al giornale.

Nonostante questo, il senso di colpa la assale: "Mi ripeto che ho perso tempo, che avrei dovuto andare subito di là, e che forse qualcosa si poteva ancora fare".

Un ulteriore segnale dell'intenzione di porre fine alla propria vita era arrivato da Cristina Masera, farmacista. "Era come una donna disperata, che ha perso l’unica e amatissima figlia", racconta una collega. "Più di due anni fa mi aveva ceduto le sue quote della farmacia. Aveva smesso di avere interesse per qualsiasi cosa e non voleva che il suo stato d’animo pesasse su di me".

La mamma di Chiara aveva scelto di destinare il denaro ricavato in beneficenza, inviandolo in Etiopia, il Paese dove Chiara aveva svolto attività di volontariato. Per un breve periodo, quell’esperienza aveva forse donato alla figlia un sollievo temporaneo, alleviando almeno in parte il suo dolore.

Prima di compiere il gesto estremo, marito e moglie hanno organizzato tutto nei minimi dettagli. Hanno venduto la casa e la farmacia, preparato una valigia con gli abiti scelti per il loro ultimo viaggio, lasciato anche i soldi necessari per coprire le spese e scritto le disposizioni testamentarie.

Il 9 dicembre scorso, hanno così assunto un mix di insulina e altri farmaci, si sono recati nel garage e si sono seduti all'interno della loro macchina, sigillando i finestrini e collegando un tubo di scarico alla marmitta. Il loro testamento biologico era stato lasciato in bella vista, sotto il tergicristalli.

Nonostante l'intervento dei soccorsi, Cristina Masera è deceduta il 17 dicembre, seguita dal marito, Alessandro Giacoletto, sei giorni dopo, il 23 dicembre.

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