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Figlia 13enne passa 10 ore al giorno al cellulare, genitori le tolgono Internet: denunciati per maltrattamenti

L’inchiesta della Procura di Trani che ha chiesto il rinvio a giudizio per padre e madre con l’accusa di maltrattamenti aggravati. I medici hanno diagnosticato una forte dipendenza dall’uso del cellulare. La stessa giovane lo avrebbe ammesso nel corso dell’incidente probatorio, quando ha mostrato dei lividi sulle braccia, che però potrebbero derivare da atti di autolesionismo.
A cura di Biagio Chiariello
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immagine di repertorio
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Trascorreva almeno 10 ore al giorno sui social e in chat, tanto da spingere il padre a toglierle l'accesso a Internet dopo l'ennesima lite causata dai brutti voti a scuola. A quel punto, la 14enne ha chiamato il numero di emergenza 114, denunciando il genitore per presunti maltrattamenti aggravati. Per entrambi i genitori è stato chiesto il rinvio a giudizio. Si tratta di una storia ancora tutta da chiarire, proveniente da un paesino della provincia di Barletta-Andria-Trani.

La vicenda, attualmente sotto indagine da parte della Procura di Trani, è seguita dal pm Lucio Vaira ed è arrivata davanti al gip Marina Chiddo. Gli esperti che hanno esaminato il caso avrebbero riscontrato nella ragazza una marcata dipendenza dal cellulare.

È stata lei stessa durante l'incidente probatorio a confessare il suo attaccamento maniacale al telefono. Questo uso eccessivo avrebbe influito negativamente sul rendimento scolastico, oltre che sulla sua capacità di gestire relazioni sociali, causando di conseguenza conflitti in famiglia. Gli inquirenti sospettano, tuttavia, che le accuse contro i genitori siano state mosse come una sorta di vendetta, poiché, dopo l'ennesima discussione, avevano deciso di privarla del telefonino.

I fatti risalirebbero allo scorso gennaio 2024, quando gli operatori del 114 hanno ricevuto una chiamata dalla giovane (all'epoca 13enne), che ha riferito di essere stata vittima di violenze fisiche e verbali.

Quando i carabinieri sono arrivati a casa sua insieme al personale del 118, la ragazzina ha mostrato dei lividi sulle braccia, che però potrebbero derivare da atti di autolesionismo. Già durante il primo ricovero in ospedale, sono emerse problematiche emotive che necessitano di approfondimenti, per cui è stata disposta una perizia da parte di specialisti.

A seguito dell'intervento della magistratura, si è deciso di sottoporre la minore a incidente probatorio. Tuttavia, in quella circostanza, la ragazzina avrebbe fatto diversi passi indietro. In parte ha ritrattato le accuse, ma ha poi confermato che il padre l'avrebbe picchiata in più occasioni, lasciando intendere che ciò potrebbe essere avvenuto perché lei aveva manifestato l'intenzione di lasciare la casa.

La psicologa incaricata ha confermato che la 14enne è in grado di testimoniare, pur evidenziando una tendenza a mentire, un comportamento che è stato notato anche da alcuni insegnanti. L'avvio di un procedimento parallelo presso il Tribunale dei minorenni ha portato all'affidamento dell'adolescente ai Servizi sociali del suo paese.

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