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Figli nati con maternità surrogata da coppia di donne, la Consulta: “Garantire la piena tutela”

La Consulta, riunita oggi in camera di consiglio, ha esaminato la questione del riconoscimento dello status di figli per i nati mediante tecnica di procreazione medicalmente assistita eterologa, praticata all’estero da due donne. In attesa del deposito della sentenza si è rivolta direttamente al legislatore affinché trovi e adotti le forme di tutela più adeguata.
A cura di Ida Artiaco
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Garantire la piena tutela ai figli nati da due donne per procreazione eterologa medicalmente assistita. È questo il monito lanciato al legislatore dalla Consulta oggi dopo aver esaminato in camera di consiglio la questione del riconoscimento dello status di figli per i bambini nati da fecondazione assistita. La Corte ha infatti esaminato le questioni di legittimità sollevate dalla Cassazione sull'impossibilità di riconoscere un provvedimento giudiziario straniero che attribuisce lo stato di genitori a due donne italiane unite civilmente, che abbiano fatto ricorso alla maternità surrogata. La questione è stata dichiarata inammissibile.

La questione di cui si parla era stata sollevata dal Tribunale di Padova: il caso riguardava due donne padovane che avevano avuto due figlie con la fecondazione assistita, nate entrambe a Barcellona. Le due si sono poi separate e la mamma "biologica" non ha più voluto far vedere le bambine all'altra madre che si è quindi rivolta a un avvocato. Dal tribunale dei minori all'Appello al Tribunale di Padova nessuno ha trovato un appiglio giuridico al quale fare riferimento, per cui era stata sollevata una questione di costituzionalità, riscontrando un vuoto di tutela in presenza di una situazione conflittuale della coppia, che rendeva, tra l'altro, impraticabile il ricorso all'"adozione non legittimante". E per questo avevano rimesso il caso alla Corte Costituzionale.

La Corte stessa ha però ritenuto che il quadro giuridico non assicuri piena tutela agli interessi del bimbo nato con questa tecnica e pertanto, in attesa del deposito della sentenza, si è rivolta direttamente al legislatore affinché trovi e adotti le forme di tutela più adeguata. La decisione, però, non è piaciuta molto alla mamma che aveva dato via al caso: "Sono molto delusa, speravo in una decisione diversa", è stato il suo commento.

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