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Fightclub a Trieste: gruppi di adolescenti si incontrano e organizzano risse in cambio di denaro

Gruppi di ragazzi e ragazze si darebbero appuntamento a Muggia, vicino Trieste, per poi picchiarsi per soldi, con tanto di pubblico di coetanei e tifosi paganti che assistono. 500 gli adolescenti identificati da polizia e carabinieri.
A cura di Davide Falcioni
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Cinquecento adolescenti sono stati identificati in questi giorni a Muggia, Trieste, da Polizia, Carabinieri, Polizia locale in una massiccia operazione di pattugliamento di centro e spiagge, per fronteggiare risse, bullismo e fenomeni da Fightclub. Lo riporta Il Piccolo, che da giorni segue la vicenda, descrivendo un ambiente che è un crescendo di violenza.

Secondo quanto emerso, infatti, da tempo gruppi di ragazzi e ragazze si darebbero appuntamento a Muggia per poi picchiarsi per soldi, con tanto di pubblico di coetanei e tifosi paganti che assistono. I giovani, per la precisione, si danno appuntamento in chat per tenere le risse in edifici abbandonati o parchi. Il sindaco di Muggia, Paolo Polidori, ha chiesto misure urgenti in un Comitato per la sicurezza riunito in prefettura a Trieste.

Le risse a pagamento si aggiungono agli atti vandalici, agli schiamazzi e alle tensioni che avvengono quasi tutti i giorni tra la stazione degli autobus e il lungomare della città. I protagonisti sarebbero gruppi di adolescenti che arrivano da Trieste in autobus per andare al mare a Muggia, orfani del lungomare di Barcola oggetto di sistemazione dopo le mareggiate autunnali.

Stando a quanto riferito da diversi testimoni i giovanissimi bevono e fumano, gettano petardi, si sdraiano sui cofani delle auto e lasciano spazzatura. Centinaia sono i giovani identificati nei pattugliamenti delle forze dell'ordine intensificati a Muggia.  Ora si pensa di estendere i controlli agli edifici fatiscenti. Tra le altre soluzioni di cui si è discusso, quella di istituire controlli sugli autobus, applicare il decreto Caivano che prevede un avviso orale quando c'è un'ipotesi di reato, e di prolungare il percorso della 20 fino al lungomare per evitare la sosta in stazione.

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