Fiat: respinto il ricorso della Fiom sui 19 operai in mobilità a Pomigliano
Il giudice del Tribunale di Roma ha respinto questa mattina il ricorso presentato dalla Fiom contro le 19 procedure di mobilità annunciate ad ottobre da Fiat per i lavoratori di Pomigliano dopo la sentenza della corte d'appello di Roma che imponeva la riassunzione degli iscritti Fiom. Per il giudice del lavoro nel ricorso presentato dal sindacato dei metalmeccanici della Cgil vi era un difetto di legittimazione perché l'atto, cioè il licenziamento, deve essere compiuto perché si possa valutare un eventuale danno. In sostanza il giudice Elena Boghetich afferma di non potersi pronunciare su un atto non ancora avvenuto e nella sentenza spiega inoltre che non può comunque accertare che la mobilità dichiarata per i 19 operai sia stato un atto di ritorsione della Fiat dopo la precedente sentenza. Dopo aver appreso la notizia Maurizio Landini si è scagliato contro gli altri sindacati spiegando che "la decisione del Tribunale di rigettare il ricorso è dovuto al fatto che due giorni prima gli altri sindacati, Fim, Uilm, Fismic e Ugl, hanno firmato un verbale che riconosce che a Pomigliano ci sono più di duemila esuberi, quindi un atto che ha permesso al Tribunale oggettivamente, di riconoscere che l'azienda può aprire la procedura di mobilità". "Gli altri sindacati hanno fatto un regalo insperato alla Fiat e ora dovranno spiegare ai duemila lavoratori che ciò che è stato firmato due anni fa non vale più" ha proseguito il segretario della Fiom, assicurando però che la sentenza non è del tutto negativa.
La Fim avverte: le azioni legali inducono Fiat a licenziare – Il Giudice, infatti, ha stabilito che tra gli operai da licenziare non ci possono essere i 19 appena assunti perché se è vero che "non c'è l'obbligo per l'impresa di mantenere un determinato numero di lavoratori nell'organico aziendale", e vero anche che "c'è l'obbligo di mantenere una determinata percentuale di iscritti alla Fiom nell'ambito dell'organico complessivo". "Landini non ha ancora capito o fa finta di non capire, che l'azione messa in campo dalle organizzazioni sindacali firmatarie degli accordi si pone l'obiettivo di evitare licenziamenti di qualsiasi lavoratore" rispondono dalla Fim ricordando che "il dialogo è l'unica strada percorribile per tutelare realmente i lavoratori, mentre le azioni legali messe in campo della Fiom, rischiano invece di indurre la Fiat a licenziare". Del resto la tensione all'interno dello stabilimento di Pomigliano resta alta. Come ha affermato Landini nel corso di una riunione del sindacato in Emilia Romagna "l'azienda ha reintegrato i nostri 19 iscritti, ma solo come operai ‘in formazione' e ha messo loro un braccialetto con scritto ‘operai in formazione'" aggiungendo "uno può anche ridere, ma a me è venuto in mente che quelle cose lì le facevano contro gli ebrei".