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Fiat, Marchionne rilancia: con il no al referendum nessun investimento a Mirafiori

Nel giorno dell’esordio in Borsa dei “nuovi” titoli Fiat, Sergio Marchionne chiarisce la posizione del gruppo torinese in merito all’imminente referendum di Mirafiori.
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Primo giorno in Borsa per i due nuovi titoli di casa Fiat e dichiarazioni di grande rilevanza da parte dell'amministratore delegato Sergio Marchionne. Dunque, questa mattina Piazza Affari ha visto "l'esordio" sia della parte Industrial, sia di quella Auto del gruppo torinese, con una quotazione di partenza rispettivamente di 9,025 e di 6,95 euro per azione. Cifre in linea con le previsioni della vigilia e la cui somma risulta leggermente superiore alla quotazione con la quale Fiat aveva chiuso venerdì scorso; discreto il livello di scambi nelle prime ore con volumi per 5,3 milioni di pezzi su entrambi i titoli.

Molto atteso anche il discorso alla Borsa di Sergio Marchionne, con il manager che ha fatto il punto sulle strategie future di casa Fiat ed ha inviato chiari segnali in vista del cruciale referendum sul contratto di Mirafiori, al quale saranno chiamati i lavoratori dello stabilimento torinese. "Abbiamo il dovere di stare al passo con i tempi e di valorizzare tutte le nostre attività […] Di fronte alle grandi trasformazioni in atto nel mercato – continua Marchionne – non potevamo più continuare a tenere insieme settori che non hanno nessuna caratteristica economica e industriale in comune. Questo è un momento molto importante per la Fiat, perchè rappresenta allo stesso tempo un punto di arrivo e un punto di partenza […] L'identità di un'azienda non sta in una ragione sociale, sta nelle persone che ci lavorano, in un preciso momento e con precisi obiettivi" – così il manager Fiat, che sottolinea anche alcuni obiettivi a mediotermine – "se Chrysler andrà in borsa nel 2011 dovremo pensare a una accelerazione dell'opzione per l'aumento della partecipazione in Chrysler […] anche Fiat Industrial aumenterà in modo significativo, con un target di 3,3 miliardi di euro nel 2014. L'ebitda industriale passerà da circa 1,4 miliardi a 4,1 miliardi nel 2014".

Infine il passaggio centrale del suo intervento con la possibile (non "probabile") uscita di Fiat da Confindustria (va sottolineato che proprio il contratto di Mirafiori si colloca "oltre" il sistema confindustriale) e soprattutto con una specie di "avvertimento" a lavoratori e sindacati: "Se non passa il referendum salta l'investimento di Mirafiori". Parole che certamente provocheranno la reazione delle parti sociali, con la Fiom che ormai da settimane è di fatto sempre più isolata nel contestare un patto già siglato dalle restanti sigle sindacali ed avallato dalla quasi totalità delle forze politiche, come testimoniato anche dalle parole di Piero Fassino, candidato Sindaco di Torino per il Partito Democratico.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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