Fiat, i 19 operai Fiom di Pomigliano saranno pagati ma resteranno a casa
Saranno regolarmente retribuiti, ma almeno per il momento dovranno restare a casa, senza la possibilità di tornare in fabbrica. Una situazione al limite del paradossale quella dei diciannove operai della Fiom reintegrati nello stabilimento di Pomigliano lo scorso novembre su disposizione della Corte d’appello di Roma. Stamane, i lavoratori (uno di loro, Antonio De Luca, è in aspettativa per la campagna elettorale, come candidato di Rivoluzione civile) si sono recati in fabbrica per iniziare a svolgere le proprie mansioni, dopo tre settimane di corso di formazione e una settimana di cassa integrazione. Ma non è stato consentito loro di marcare il badge e registrare l'ingresso. Al contrario, le tute blu sono state invitate a tornare a casa perché al momento non è possibile ricollocarle: non c'è lavoro per via della crisi economica. I lavorati sono ancora all'interno dello stabilimento Fiat nell'attesa di "una comunicazione scritta: abbiamo contestato all'azienda le modalità di mancata comunicazione preventiva" affermano i diretti interessati. Questo il commento di De Luca sul caso Pomigliano: "Si fa fatica a non interpretare la scelta del management di non impiegare i sindacalizzati Fiom come un tentativo maldestro e reiterato di umiliazione. Una umiliazione che i lavoratori respingono interamente al mittente: come pensano di saper impiegare i rimanenti tremila esuberi se oggi non sono in grado di dare una mansione ai 18 che la magistratura vuole al loro posto di lavoro?"