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Fiat-Crysler: Marchionne ed Elkann all’assemblea degli azionisti

Assemblea degli azionisti Fiat: Elkann parla dei miglioramenti Fiat e dell’ apertura all’America attraverso la fusione Fiat- Crysler. In generale sono positive le sensazioni sul futuro dell’azienda.
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assemblea azionisti Fiat

Un'assemblea degli azionisti aperta in maniera quasi poetica da Jhon Elkann, il presidente della Fiat, infatti,  ha ricordato gli esordi della casa automobilistica torinese ricordando che il suo trisnonno, il senatore Giovanni Agnelli, ha guardato all'America sin dai primi anni di vita dell'azienda. Come rammenta Elkann durante il suo discorso, Agnelli già nel 1906 si recò a Detroit per un incontro con i costruttori e la Ford di allora.

Una storia che ci riporta alla mente gli ultimi risvolti della vicenda Fiat- Crysler e alla probabile dislocazione dell'head quarter Fiat a Detroit. Circostanza accolta con non troppo favore e in Italia e che in effetti, nonostante il report Reuters degli ultimi giorni parli chiaro, non è stata confermata dai vertici del Lingotto che sulla questione hanno preferito tergiversare affermando che lo spostamento a Detroit non é ancora stato vagliato dall'azienda. Sicurezza invece è stata espressa per i ricavi del 2011: si prevedono 37 miliardi mentre nel 2014, per effetto della fusione con Crysler, si potrebbe addirittura a sfiorare i 100 miliardi.

Durante il vertice il presidente poi si è detto speranzoso sugli sviluppi futuri dell'azienda che mira ad acquisire una maggiore quota di mercato nel breve periodo, ovverosia nei prossimi 6 mesi, grazie soprattutto  alla fusione Fiat-Crysler e allo sviluppo dei mercati emergenti come il Brasile. Queste le parole di Marchionne a tal proposito: "Ci aspettiamo un miglioramento generale dei mercati, a eccezione di quello delle autovetture in Europa, la cui performance sarà influenzata negativamente dai cali previsti in Italia e in Francia." Ciononostante non è mancata la critica dell'amministratore delegato del Lingotto al basso profilo degli stabilimenti italiani, se confrontati con quelli europei: "Negli ultimi due anni i siti produttivi italiani hanno lavorato ben al di sotto della loro capacità. L’utilizzo della rete italiana è al 54%. Se consideriamo la capacità tecnica, arriviamo solo al 37%."

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