Fiat, contratto di solidarietà: si lavorerà solo cinque giorni al mese
Dal prossimo 1° aprile nello stabilimento Fiat di Pomigliano saranno introdotti i contratti di solidarietà. E' la prima volta che avviene nel settore automobilistico. Come previsto dall'accordo firmato coi sindacati firmatari del contratto dell’auto, Fim, Uilm, Fismic e Ugl ci sarà una media oscillante tra i 4 e gli 8 giorni di lavoro al mese per i 1950 dei 4500 addetti della fabbrica del Lingotto partenopeo coinvolti nel programma dei contratti di riduzione dell’orario. “E’ un calcolo che abbiamo fatto stando alle cifre fornite dall’azienda – conferma Felice Mercogliano, della Fismic – praticamente per il momento la permanenza media in fabbrica di un lavoratore soggetto ai contratti di solidarietà sarà di quattro, cinque giorni al mese. Per cui – commenta Mercogliano – bisogna mettere in evidenza il fatto che in questa fase il risultato più importante strappato con l’introduzione della solidarietà è di aver migliorato nettamente il salario di chi finora non è stato utilizzato rimanendo in cassa integrazione”.
La media sarà dunque di 4/5 giorni lavorativi. Va comunque detto che le uniche cifre certe che emergono dal documento sono quelle relative al numero temporaneo di esuberi individuati, 1150, di addetti che saranno sottoposti al regime di solidarietà, 1950, e della percentuale media di riduzione oraria da applicare in relazione alle eccedenze, che è del 59 %, un punto meno del tetto massimo consentito dalla legge che regola quest’ammortizzatore sociale. “Ma ci sarà chi lavorerà al 60 %, al 20 %, al 40 o al 70 % – spiega Ferdinando Uliano, responsabile nazionale del settore auto per la Fim-Cisl – la riduzione dell’orario sarà diversificata a seconda delle condizioni produttive e organizzative. Lo ripeto – sottolinea Uliano – l’importante è aver raggiunto l’obiettivo di superare la cassa a zero ore, di migliorare sensibilmente, attraverso appunto la solidarietà, i salari dei lavoratori che ormai si possono già considerare ex cassintegrati e di tenere all’interno della fabbrica tutti i dipendenti”.