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Festival internazionale del giornalismo: superare la crisi con i nuovi media

Incontri con le più grandi firme del giornalismo mondiale, ma anche dibattiti, laboratori e workshop per lavorare con gli aspiranti reporter. Questa la filosofia del Festival, che dal 25 al 29 aprile animerà le strade di Perugia. Temi di quest’anno: nuove tecnologie, racconto della crisi e giornalismo d’inchiesta.
A cura di Enrico Nocera
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Festival Internazionale del Giornalismo

Il confronto tra Mentana e Vespa; l'incontro col ministro della Giustizia, Paola Severino; l'omaggio a Giuseppe D'Avanzo; il ricordo di Falcone e Borsellino con la testimonianza del procuratore Pietro Grasso e il gran finale con Michele Santoro. La sesta edizione del Festival Internazionale del Giornalismo, che come ogni anno si svolge a Perugia, presenta la consueta fila di grandi nomi che dal 25 al 29 aprile animeranno piazze, teatri e sale convegni del capoluogo umbro. Il tutto a ingresso rigorosamente gratuito. Ma, come tengono a specificare i fondatori Arianna Ciccone e Christopher Potter, il Festival non vuole essere una semplice vetrina per i grandi nomi del giornalismo internazionale, quanto un'occasione di confronto e formazione per i giovani che si avviano sulla strada di questa difficile carriera professionale: “Sul sito internet, i nomi degli ospiti e quelli dei volontari sono messi sullo stesso piano – sottolinea Ciccone – uno degli obiettivi del Festival è proprio quello di creare un ponte fra i professionisti affermati e i giovani reporter che si fanno il “mazzo” sul campo”.

I CONCORSIUn programma che definire vasto sarebbe un eufemismo: 200 eventi, più di 450 speaker provenienti da tutto il mondo e decine di workshop che svelino ai più interessati i segreti del mestiere. Un gradito ritorno è anche quello dei premi ai miglior documentari giornalistici svolti nell'anno precedente all'edizione del Festival: si va da “Eretici Digitali”, sponsorizzato da Google con un budget di 10.000 euro a favore dei vincitori, fino al “Raccontami l'Umbria”, destinato a coloro che hanno ritratto con un documentario la regione del centro Italia. Particolare non da poco: i concorsi sono rivolti da sempre a tutti, non solo a coloro che hanno la possibilità di frequentare una costosa scuola di giornalismo riconosciuta dall'Ordine: “Io vorrei addirittura che i workshop che proponiamo diventassero permanenti – ci rivela Ciccone – sono sempre stata dell'idea che la cultura e la formazione debbano essere gratuite e accessibili a tutti”.

LABORATORI DI NEW JOURNALISM – Il focus principale è infatti quello incentrato sulla formazione. I workshop in programma sono, in buona parte, incentrati sulle nuove frontiere del giornalismo on line, dall'ormai famoso (e per alcuni famigerato) Citizien Journalism ai nuovi mezzi che il cronista può utilizzare al meglio per il suo lavoro. Non solo penna, registratore, telecamera e microfono, ma anche i social network e i database in rete; i nuovi sistemi di codifica e impaginazione per arrivare al cloud computing. Una tendenza che si riflette anche negli incontri che, fino a qualche anno fa, avremmo definito tradizionali: fra gli ospiti è infatti prevista la presenza di Ezio Mauro (il 27 aprile), che sarà intervistato da Arianna Ciccone e dagli utenti connessi a twitter, con hashtag creati ad hoc per interagire con il direttore di Repubblica.

IL FESTIVAL, CROCEVIA DI INCONTRI – L'evento, che vede Banca Unicredit come main partner, si propone come crocevia di confronto e dibattito in un momento storico dove il giornalismo, soprattutto in Italia, vive una fase di costante appannamento. Dovuto, da un lato, alla storica connivenza (e subalternità) alla politica, dall'altro alle scarse tutele economiche e lavorative che i giovani precari sono destinati a subire. In questo contesto, il Festival diventa anche un modo per riaffermare la dignità e l'autonomia di una professione sempre in bilico tra indipendenza e servilismo, tra informazione e propaganda. Molti gli incontri che tratteranno proprio questi temi, dalla storia del giornalismo con Gianni Minà all'etica della professione con Enzo Iacopino, presidente dell'Ordine, e la Guardasigilli Paola Severino; dalla “Italia di Monti” con Beppe Severgnini al futuro della democrazia con Massimo Giannini, fino agli incontri con Marco Travaglio, Franco Bechis, Sergio Rizzo, Corradino Mineo, Giuseppe Cruciani, Oscar Giannino e tanti altri nomi, del giornalismo e non, che si confronteranno col pubblico per capire se un futuro, questa professione, può ancora rivendicarlo.

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