Festa della Canapa a Castelnovo Monti: “La cannabis è una medicina, legalizziamola”
Castelnuovo Monti, in provincia di Reggio Emilia, per la sesta volta è stata il palcoscenico delle celebrazioni della cannabis dedicate, come riporta Il Fatto Quotidiano, a quello che viene definito il “seme della discordia” attraverso la “Festa della Canapa“, o di Felina. Le polemiche, infatti, non sono mancate. Alcuni giorni fa il consigliere regionale del Pdl Fabio Filippi aveva lanciato i suoi strali contro l’evento, spiegando che a passare sarebbe stato “l’aberrante messaggio che la droga leggera non fa male”. Poi aveva aggiunto: “La festa della canapa è distruttiva”. Eppure tra le migliaia di persone che hanno affollato il comune appenninico per visitare i banchetti ed i venditori che hanno esposto i prodotti che possono essere ottenuti dalla pianta, erano presenti anche esperti del pianeta tossicodipendenze a spiegare tutti i problemi della legislazione italiana in merito all'erba. "Nel nostro Paese se vi trovano con una piantina in balcone andate in galera, perché se volete il fumo dovete andare dalla mafia”, spiega Benedetto Valdesalici, psichiatra per anni impegnato nei Sert a contatto con i problemi causati dalla droga. “In Italia – continua – la canapa è considerata come l’eroina, per la legge è inserita nella stessa tabella. Nel frattempo però il suo principio attivo, il Thc sintetizzato artificialmente dalle case farmaceutiche, è venduto nelle farmacie, mentre la cannabis è illegale. Se fosse legale la si potrebbe trattare come una medicina quale è, si potrebbero studiare e spiegare le sue indicazioni e le sue controindicazioni”.
E intanto gli organizzatori dell’associazione Cannabis Info possono sorridere del successo dell'iniziativa che ha attirato visitatori di ogni età, famiglie ed anziani incuriositi dalle possibilità di sfruttamento della cannabis: “Noi promuoviamo l’uso della pianta per uso tessile, alimentare, per la bioedilizia, e poi anche per l’utilizzo ludico" ha ammesso con un chiaro riferimento alle canne: “Esatto, ma cerchiamo di spiegare come fumare in modo consapevole”, spiega Mirco Mosè Tincani. Valdesalici prova a spiegare, proprio il tema della consapevolezza: “Se la canapa si potesse trattare come un medicinale, e non come una sostanza proibita, noi potremmo spiegare a una persona che forse un tiro non gli fa male, lo aiuterebbe a rilassarsi. Ma a un’altra persona potremmo spiegare che è meglio che non la usi, perché su di lui può avere dei brutti effetti”. Valdesici che in tal senso punta il dito contro la legge Fini-Giovanardi del 2006: “A livello nazionale è stato un disastro con l’aumento esponenziale di persone detenute in carcere per piccolo spaccio. In più il Dipartimento delle politiche antidroga ha realizzato nel 2006 un inasprimento delle pene per lo spaccio, per il consumo e per la detenzione e ha fatto un lavoro culturale volto a criminalizzare i consumatori di cannabis. Ha cercato di dimostrare che c’era una correlazione tra l’uso di cannabis e l’affiorare di patologie mentali”.