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Ferrero sul podio dei re del cioccolato, superata Nestlé

Ferrero è diventata la terza multinazionale mondiale della cioccolata e il primo gruppo alimentare italiano a superare la soglia della doppia cifra di ricavi.
A cura di S. P.
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Con 10 miliardi di ricavi Ferrero è sul podio dei re del cioccolato. L’azienda di Alba a 70 anni compiuti è diventata la terza multinazionale mondiale della cioccolata ed è il primo gruppo alimentare italiano a superare la soglia della doppia cifra di ricavi. Considerando le ultime acquisizioni il giro d’affari reale del gruppo ha superato i 10 miliardi. È il Corriere della Sera a ripercorrere il successo della Ferrero, che raddoppiando i suoi ricavi in 10 anni ha scalzato nel ranking internazionale della cioccolata la rivale Nestlé. Oggi i marchi di punta (Nutella, Kinder e Ferrero Rocher) hanno travalicato i confini nazionali e quelli della casa madre per affermarsi in 160 Paesi come brand globali con un loro valore intrinseco al pari dei prodotti di punta delle multinazionali rivali: M&M’s di Mars o Toblerone e Milka di Mondelez. L’espansione delle vendite, secondo quanto ha spiegato il gruppo, “è stata frutto di uno straordinario dinamismo nello sviluppo dei nuovi mercati: le vendite dei prodotti Ferrero hanno confermato e, in alcuni casi migliorato, gli eccezionali risultati degli scorsi esercizi in Asia, Medio Oriente, Stati Uniti, Canada, Messico e Australia. Ottimi i risultati di vendita raggiunti nei mercati europei quali Regno Unito, Polonia e Germania. La Russia è stata fortemente penalizzata dal sensibile deprezzamento del rublo. In buona ripresa i principali mercati latini (in Europa e Sud America), ad eccezione dell’Italia, sostanzialmente stabile”.

La riorganizzazione – Dal primo maggio la capogruppo italiana Ferrero Spa sarà gestita come le altre provincie di un impero che ha la sua testa in Lussemburgo e conta 78 consociate, 22 impianti produttivi e oltre 33000 dipendenti in tutto il mondo. “La riorganizzazione — spiegano dall’azienda — è stata decisa, senza che questa abbia impatti occupazionali, per portare a una migliore efficienza operativa, a una più efficace lettura dei risultati economici e a una più puntuale trattazione delle questioni commerciali e competitive del mercato italiano”.

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