Vuole vendicare il figlio: prova a dare fuoco al bar dove è morto ma viene ucciso dai proprietari
È di un morto e tre feriti, di cui uno in modo grave, il bilancio della violenta litigata avvenuta nella notte tra venerdì 1 e sabato 2 settembre a Ferrara, in un bar situato in via Bologna dal nome "Big Town". La vittima si chiamava Davide Buzzi, 43 anni, e al culmine della discussione è stato raggiunto da un fendente: inutili per lui i tentativi di salvargli la vita del 118 e la corsa al pronto soccorso di Cona. Gravemente ferito anche un giovane di 21 anni, suo parente, che era con lui e che è stato accoltellato al ventre. Colpiti in maniera non grave anche il titolare del bar (41 anni) e suo padre (69 anni): i due sono stati in seguito fermati dalle forze dell'ordine, accusati di omicidio e tentato omicidio. Padre e figlio si trovano ora in carcere.
Il fatto potrebbe essere ricondotto a un regolamento di conti. Pare infatti che la vittima e il ventunenne avessero raggiunto il locale portando con loro una tanica di liquido infiammabile, probabilmente con l’intenzione di dare fuoco al bar. Una volta all’interno, però, hanno trovato i due proprietari, padre e figlio, con i quali è scoppiata un'accesa discussione: la situazione è presto degenerata in una violenta colluttazione, finita in tragedia.
I due uomini giunti al "Big Town" con un recipiente colmo di benzina avrebbero avuto intenzione di vendicare un loro parente: il figliastro di Davide Buzzi, infatti, aveva perso la vita poche settimane prima, nella notte tra sabato 12 e domenica 13 agosto, proprio in via Bologna. Il ragazzo, di 19 anni, aveva accusato un malore risultatogli poi fatale. Una delle ipotesi investigative è che quella sera di agosto il giovane avesse assunto poco prima della cocaina, che potrebbe aver esacerbato un difetto congenito al cuore, a lui già noto per un episodio precedente che già in passato lo aveva fatto finire in ospedale.
Buzzi se la sarebbe quindi presa con i titolari del bar, accusati dall'uomo di non aver avvisato in tempo i soccorsi. Già nelle scorse settimane li aveva rintracciati e minacciati. Ma non solo: qualche giorno fa il 43enne avrebbe aggredito in centro un uomo che accusava di essere il possibile pusher del figlio. La sua vittima in quel caso era riuscita a rifugiarsi in un bar fino all'arrivo della polizia e dei carabinieri che, a fatica, erano riusciti a placare l'aggressore.