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Ferrara, fratelli assumono cocaina e muoiono a 24 ore di distanza: la Procura apre un’inchiesta

La Procura di Ferrara ha aperto un’inchiesta sulla morte di due fratelli di 60 e 56 anni che hanno assunto cocaina nella serata del 30 dicembre scorso. I due sono deceduti a 24 ore di distanza l’uno dall’altro e avrebbero utilizzato la stessa siringa.
A cura di Gabriella Mazzeo
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immagine di repertorio
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Due fratelli 56 e 60 anni sono morti dopo aver assunto una dose di cocaina, iniettata con la stessa siringa. La Procura di Ferrara ha aperto un'inchiesta sulla morte dei due uomini, deceduti 25 ore dopo aver assunto la dose di stupefacente. In programma l'autopsia per chiarire le cause della morte dopo il trasporto d'urgenza in ospedale disposto dal personale del 118 intervenuto il 30 dicembre per prestare soccorso ai due fratelli. Entrambi sono morti a poche ore di distanza uno dall'altro.

Il primo è morto in casa a Comacchio, l'altro in ospedale la sera del 3 gennaio. La Procura vuole stabilire se la cocaina fosse stata mischiata a sostanze fatali attraverso esami tossicologici degli eventuali residui sulla siringa. Stando a quanto finora reso noto dalle forze dell'ordine, dopo la morte di uno dei due, avvenuta a casa, ad allertare i soccorsi sarebbe stato il secondo fratello che al personale del 118 aveva detto di aver fatto uso di cocaina insieme al familiare.

Il fascicolo di inchiesta aperto sul caso era inizialmente per lesioni colpose, ma visti gli sviluppi, il reato potrebbe cambiare. I primi passi saranno autopsia ed esami tossicologici sui corpi.  L’autopsia verrà eseguita nella giornata di lunedì.

Nel frattempo, gli inquirenti si stanno concentrando sulla siringa e sul suo contenuto. L'ipotesi più accreditata è per ora quella di una overdose.

Tutte questioni che al momento rimangono confinate al campo delle ipotesi. Le risposte potranno arrivare solamente al termine degli accertamenti tecnici che inizieranno nei prossimi giorni, dopo l'autopsia disposta dalla Procura e gli esami tossicologici che si svolgeranno prima sui cadaveri dei due fratelli e poi sulla siringa utilizzata per iniettare lo stupefacente. Al momento non si escludono del tutto altre piste investigative.

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