Femminicidio Vincenza Angrisano, il gip: “Lei doveva trasferirsi, il marito meditava delitto da 5 giorni”
Dopo il femminicidio di Vincenza Angrisano, il figlio 11enne ha chiesto aiuto al telefono alla zia, alla quale ha chiesto di accorrere immediatamente nella loro abitazione di Andria. "Papà ha accoltellato mamma, ha ucciso mamma. Corri" le avrebbe detto prima di riagganciare per provare a soccorrere la 42enne che purtroppo era già deceduta. La sorella della vittima è accorsa poco dopo sul posto, quando forze dell'ordine e 118 erano già intervenute per i primi rilievi e per mettere in sicurezza i due figli piccoli della 42enne. Questo è quanto si legge nell’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere, emessa dalla gip di Trani, Anna Lucia Altamura.
Il bimbo avrebbe inoltre raccontato alle autorità delle liti continue tra i genitori, dovute alla volontà di Angrisano di separarsi dal marito 51enne con il quale le cose andavano male da un po'. Un mese prima, la donna aveva comunicato la sua volontà di lasciare l'abitazione coniugale insieme ai figli per chiedere il divorzio e in quelle settimane, intervallate da liti e perfino da aggressioni fisiche ai danni della 42enne, il marito avrebbe ideato un piano per mettere in atto il femminicidio.
Lo avrebbe raccontato anche agli inquirenti, ai quali ha rivelato di aver meditato sul delitto nei giorni precedenti. Il pomeriggio del 28 novembre, poi, Angrisano aveva comunicato al 51enne di voler andare a prendere il figlio a scuola per poi non tornare più a casa fino al giorno dopo. La donna, però, avrebbe fatto rientro per esigenze del figlioletto che doveva andare in bagno. Poco lontano dalla porta della stanza, la donna è stata accoltellata più e più volte.
Al 118, l'uomo avrebbe detto che Angrisano aveva bisogno di cure, ma che "non gli interessava aiutarla". Gli operatori sanitari l'hanno trovata poi in arresto cardiaco sul pavimento dell'abitazione. All'arrivo del 118, avrebbe subito confessato. "Ho commesso una fesseria – le sue parole – venite sopra, sono stato io. Sta qui".
Per la giudice, il 51enne avrebbe iniziato a progettare il delitto già il 23 novembre, quando aveva aggredito la moglie a schiaffi facendola finire in ospedale con 4 giorni di prognosi. "Da quel momento in poi, particolarmente durante le sue ore lavorative0, l’uomo dichiarava di aver sedimentato l’idea di uccidere sua moglie" scrive ancora la giudice. "Non aveva ben chiaro il momento, né il luogo, né la modalità, ma questo pensiero si era riproposto più volte nella sua mente, soprattutto alla luce del fatto che Angrisano aveva preso in affitto un appartamento e che si sarebbe trasferita dal 20 dicembre".