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Femminicidio Trapani, il killer: “Ho ucciso mia moglie perché voleva andare via di casa per sempre”

Ernesto Favara ha confessato l’omicidio di sua moglie Maria Amatuzzo: “Mi ha ribadito che se ne sarebbe andata da casa per sempre, accontentandosi di vedere i bambini per un’ora a settimana… In quel momento ho visto un fantasma”.
A cura di Davide Falcioni
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Dopo aver taciuto nel corso del primo interrogatorio, l'ex pescatore di 63 anni Ernesto Favara – accusato di aver ucciso sabato pomeriggio a coltellate la moglie 29enne Maria Amatuzzo nella loro casa di Marinella di Selinunte – questa mattina ha risposto, presso il Tribunale di Marsala, alle domande del gip Sara Quittino.

L'uomo, assistito dall'avvocato Margherita Barraco, ha ricostruito cosa sarebbe accaduto alla vigilia di Natale, sino al momento in cui ha sferrato le coltellate mortali. "Abbiamo discusso per alcuni minuti – avrebbe detto Favara al giudice per le indagini preliminari – e lei mi ha ribadito che se ne sarebbe andata da casa per sempre, accontentandosi di vedere i bambini per un'ora a settimana… In quel momento ho visto un fantasma".

Favara, davanti a gip e pubblico ministero, ha ricostruito come ha trascorso l'intera giornata di sabato. "Dal 27 agosto era andata via da casa diverse volte", avrebbe anche detto Favara al gip. L'uomo, proprio venerdì 23 dicembre, era andato presso la comunità alloggio dove si trovano i figli per consegnare i regali di Natale. Sabato 24, intorno alle ore 13, il 63enne ha risentito i bambini al telefono. Poi di pomeriggio mentre lui era a casa, la moglie è arrivata ed è nata una discussione culminata nel delitto.

Ernesto Favara è accusato di aver ucciso la moglie sferrandole 12 coltellate all'addome al culmine di una lite. Sulle responsabilità dell'uomo non sembrano esserci dubbi: il 63enne, infatti, è stato trovato in evidente stato confusionale con il coltello ancora in mano da suo fratello Antonino, che due giorni fa ha raccontato: "Ero a casa e stavo dormendo, quando ho sentito qualcuno che gridava ‘aiuto, aiuto', mi sono affacciato dal balcone del primo piano sul cortile e ho visto mio fratello nel cortile ancora col coltello in mano".

L'uomo era tornato all'ora di pranzo: "Ho parlato con mio fratello chiedendogli cosa avremmo preparato per la cena di Natale, poi sono andato a letto. Nel pomeriggio ho sentito le grida, mi sono alzato, mi sono messo i pantaloni, ho preso la stampella e mi sono affacciato e ho visto mio fratello ancora col coltello in mano insanguinato".

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