Femminicidio: tra il 2000 e il 2011 sono state uccise 2061 donne
La parola “femminicidio” è tragicamente entrata, ormai da qualche tempo, nel lessico comune, un termine che va a rappresentare un fenomeno che continua a segnare dei numeri drammatici in Italia. Si tratta degli omicidi delle donne, delitti che sono stati “analizzati” in una ricerca compiuta dall’Eures in collaborazione con l’Ansa mettendo a confronto le notizie di stampa con i database delle forze dell'ordine. Ne “Il femminicidio in Italia nell'ultimo decennio. Dimensioni, caratteristiche e profili di rischio” si legge che tra il 2000 e il 2011 sono stati complessivamente 2061 i femminicidi, arrivando a rappresentare nel 2011 il 30.9% del totale degli omicidi. La percentuale è la più alta dell’ultimo decennio. Solo alcuni numeri che compaiono nello studio: 199 donne uccise nel 2000, 138 nel 2005, 173 nel 2009 e 170 – dato di nuovo in aumento – lo scorso anno.
Perché le donne vengono uccise – La furia omicida è scatenata soprattutto dalla rottura, dall’abbandono, dalla separazione e, quando questo accade, sono i primi tre mesi quelli più rischiosi per le donne. In questi tre mesi, infatti, avviene quasi la metà (il 47.2%) degli omicidi dell’ex compagno. La percentuale dei femminicidi scende poi all’11.8% tra i 90 e i 180 giorni dalla separazione, per risalire al 16.1% nella fascia compresa tre i 6 e i 12 mesi, 14.9% in quella tra 1 e 3 anni e 6.2% tra i 3 e i 5 anni. In questo ultimo caso contano molto le decisioni legali e i tentativi di ricostruire nuovi percorsi di vita. Solo il 3.7% degli omicidi di donne nelle coppie separate avviene dopo 5 anni dall’”abbandono”.
Gli omicidi interni alla famiglia – Le donne, dice la ricerca, muoiono soprattutto in famiglia: tra i femminicidi censiti in Italia nel decennio preso in esame, ben il 70.8% è avvenuto all’interno dell’ambiente familiare o comunque nel campo degli affetti. Si tratta di sette casi su 10, così tante donne muoiono per mano del partner o ex. È alto anche il numero dei femminicidi domestici compiuti dai figli contro le madri, più contenuto invece il numero delle figlie uccise dai genitori. Le vittime hanno per la metà dei casi tra i 25 e i 54 anni, sono giovani donne e madri di famiglia: su 2061 femminicidi censiti tra 2000 e 2011 il 49.8% dei casi rientra in questa fascia d’età. Si tratta cioè di 1027 donne.
Al Nord un femminicidio su due – L’incidenza sale al 51.3% se si considerano solo i femminicidi familiari. Nell’ultimo decennio sono state uccise – dice la ricerca – 130 minorenni. In termini assoluti è tra le ultrasessantaquattrenni che si registra il più alto numero di vittime. Dove vengono uccise le donne? Un femminicidio su due si registra al nord: nel settentrione il 49.9% del totale tra il 2000 e il 2011 (728 donne uccise) rispetto al 30.7% del Sud e il 19.4% del Centro. A livello regionale è la Lombardia la prima per numero di femminicidi (251 in valore assoluto, pari al 17.2% del totale), poi l’Emilia Romagna, il Piemonte e il Lazio.