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Femminicidio Terni, l’amica di Zenepe Uruci: “Situazione difficile, aveva lividi e viveva nella paura”

Un’amica di Zenepe Uruci ha raccontato le condizioni di vita difficili della donna uccisa dal compagno a Terni. “Piangeva, mi diceva che a casa era una lite continua. Circa un anno fa l’abbiamo vista con lividi in volto”.
A cura di Gabriella Mazzeo
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"Negli ultimi tempi viveva con la paura addosso e si vedeva. Mi diceva ‘meno sto a casa e meglio è, lì è una litigata continua'". A parlare è un'amica di famiglia di Zenepe Uruci, la 50enne uccisa a coltellate nel primo pomeriggio di giovedì a Terni, nell'abitazione familiare dove viveva con il marito 62enne poi fermato con l'accusa di omicidio volontario aggravato. Secondo quanto raccontato dalla donna, la vittima soffriva per la gelosia ossessiva del compagno che non voleva neppure che andasse a lavorare.

Una vera e propria prigionia, insomma, che si interrompeva solo per i turni di lavoro. "Quello per lei era probabilmente uno sfogo, uno spazio di tranquillità che la aiutava a staccare" ha spiegato la donna, che ha riferito del costante stato di ansia dell'amica. "Mi diceva che a casa era un litigio continuo, quando ne parlavamo è scoppiata in lacrime un paio di volte".

"Circa un anno fa – ha continuato l'amica di famiglia – c'è stato un periodo in cui l'abbiamo vista i giro con un occhio nero per diversi giorni. Con me non ha mai ammesso o confessato nulla, ma già allora c'era il sospetto che quei segni non fossero accidentali". Verrebbe da chiedersi perché nessuno l'abbia aiutata.

A procurargli i lividi in volto sarebbe stato il marito 62enne  Xhafer Uruci, lo stesso che nella giornata di giovedì l'ha uccisa a coltellate con ripetuti colpi tra collo, torace e schiena. Negli anni risultano diversi interventi delle forze dell'ordine presso l'abitazione per liti e tensioni tra i coniugi. Secondo le autorità, però, non vi sarebbero mai state denunce. "La situazione – ha raccontato ancora l'amica della vittima – era precipitata da un anno a questa parte. Zenepe era spesso nervosa, solo con il lavoro, i figli e soprattutto i nipoti riusciva a trovare un po' di serenità. Il marito aveva problemi di varia natura, la situazione era molto triste e l'epilogo è stato il peggiore possibile. Lei era buona e di cuore, voleva aiutare tutti e invece era proprio lei ad avere più bisogno di chiunque altro".

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