Femminicidio Sonia Di Maggio: “Ho provato a rianimarla, ma il cuore si era fermato”
"Ho visto il corpo di Sonia a terra, in una pozza di sangue, ho tentato il massaggio cardiaco, ma inutilmente, il cuore di Sonia si era ormai fermato ". È la testimonianza di Giuseppina Cursano, presidente della commissione per le pari opportunità del Comune di Minervino, nonché infermiera, anche lei presente in via Pascoli a quando Sonia Di Maggio è stata accoltellata da Salvatore Carfora. Ed è stata proprio lei la prima a prestare i soccorsi alla 29enne accoltellata a morte dal suo ex fidanzato, Salvatore Carfora, che l'ha colpita con oltre venti fendenti, non lasciandole scampo. "
"Sentendo le urla e le invocazioni di aiuto ho temuto per mia figlia – racconta Giuseppina – dal momento che anche lei era andata al supermercato a fare la spesa. Mi sono diretta sul luogo e, vedendo il corpo di Sonia, lì a terra ho recuperato i guanti che avevo in auto e ho tentato il massaggio cardiaco"
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I fatti sono avvenuti lunedì. Sonia stava passeggiando con il fidanzato Francesco a Minervino, quando l'aggressore è sbucato dal nulla, l'ha afferrata per il collo e l'ha pugnalata 20 volte, per poi darsi alla fuga. Gli inquirenti sono convinti che fosse Sonia l'unico obiettivo del killer. Resta in carcere, intanto, Salvatore Carfora, senza fissa dimora, ex parcheggiatore abusivo con un precedente di lesioni a danno di un altro parcheggiatore, Carfora, originario di Torre Annunziata, era stato dimesso lo scorso giugno dall'ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa, dove era finito proprio per quell'episodio di aggressione. Chi lo conosce lo descrive come un uomo problematico e violento. Stando alla testimonianza della madre di Francesco, il fidanzato di Sonia, presente all'omicidio, Carfora avrebbe perseguitato e minacciato sia Sonia sia Francesco.