Femminicidio Giulia Cecchettin, la compagna di corso: “Turetta era onnipresente, subdolo e morboso”
"Aveva tante passioni, era piena di interessi. Era una donna dolce, ma anche molto forte ed empatica". Viene descritta così Giulia Cecchettin, ritratta così dai compagni dell'università e dalle amiche di corso che frequentavano con lei il corso di Ingegneria Biomedica presso l'Università di Padova. La ragazza avrebbe dovuto discutere la sua tesi il 16 novembre, per poi iniziare a guardare al futuro e iscriversi a un master per diventare disegnatrice, fumettista e illustratrice di libri per bambini.
Sognava di trasferirsi a Milano per inseguire i suoi sogni e Filippo Turetta, l'ex fidanzato che l'ha sequestrata e uccisa, non accettava che la 22enne spiccasse il volo in un'altra città. "Giulia aveva tante passioni – racconta un'amica alla trasmissione Ore 14 – ed era forte ed empatica. Sorrideva anche quando era preoccupata o stava male".
Filippo Turetta controllava Giulia Cecchettin in maniera morbosa
"Turetta esercitava su di lei un controllo malato -ha continuato la ragazza -. Era sempre con lei, in un modo quasi morboso". Allora, ha spiegato la ragazza, nessuno poteva sapere che il 22enne sarebbe poi arrivato ad ucciderla e occultare il corpo. "Il suo era un controllo subdolo, psicologico, anche come amico. Diceva che senza di lei non poteva vivere e gli amici di Giulia erano diventati anche suoi – ha spiegato -. Era onnipresente. Io e Giulia avevamo un amico in comune e quando lei andava a studiare da lui, Filippo si autoinvitava".
"Mi dispiace per quanto successo a Giulia, Turetta è figlio della violenza sicuramente. Il suo era un controllo violento dal punto di vista mentale, fisicamente non aveva mostrato segni di questo controllo". La ragazza ha poi proseguito nel racconto, spiegando che Giulia Cecchettin "non poteva respirare". "Turetta non aveva un gruppo di amici suo, stava solo con Giulia e con gli amici di lei. Non esisteva altro nel suo mondo se non questo".
Omicidio Giulia Cecchettin, si valuta l'aggravante per stalking
Proprio in virtù di questa morbosità di Turetta, che si configurava in un vero e proprio assedio psicologico, l'avvocato che assiste i familiari della vittima, Nicodemo Gentile, ha chiesto che per il 22enne sia valutata anche l'aggravante dello stalking e degli atti persecutori. Secondo il legale della famiglia Cecchettin, il 22enne attualmente in carcere, portava avanti "molestie assillanti"