Femminicidio Giulia Cecchettin, indagini verso la chiusura: nodo premeditazione per Filippo Turetta
A quasi sei mesi dal femminicidio di Giulia Cecchettin, la giovane donna di Vigonovo uccisa lo scorso novembre dopo essere stata portata via da casa dall’ex fidanzato Filippo Turetta, appare vicina la chiusura delle indagini. E presto quindi potrà arrivare la richiesta di rinvio a giudizio per Turetta, coetaneo della vittima attualmente in carcere a Verona con l’accusa di omicidio volontario.
Probabile processo a Turetta in autunno
La pubblica accusa sarebbe ormai pronta a chiedere il giudizio prima della pausa estiva degli uffici giudiziari, probabilmente dunque il prossimo mese, evitando così il rischio della prescrizione dei termini di custodia cautelare. Se così sarà, il processo a Filippo Turetta potrebbe aprirsi nel prossimo autunno, tra settembre ed ottobre del 2024.
Le prove contro Filippo Turetta
Tanti elementi, molto importanti ai fini delle indagini, sono stati già acquisiti dalla Procura di Venezia con l'autopsia sul corpo di Giulia Cecchettin, le analisi sulle macchie di sangue e gli altri elementi raccolti dai Ris nella Fiat Punto nera di Turetta.
Ma resta ancora aperta la questione premeditazione del femminicidio: sarà importante capire cosa emerso dagli accertamenti tecnici sullo smartphone e sul pc dell’assassino che sono stati trovati sempre nell’auto con cui il giovane aveva portato via Giulia dal Veneto.
Giulia Cecchettin e Filippo Turetta scomparvero la sera dell’11 novembre scorso, dopo delle ore trascorse insieme a un centro commerciale. L’allarme fu lanciato il giorno dopo dai familiari dei due ex fidanzati, quando sia il papà di Giulia che i genitori di Filippo si accorsero che non erano tornati a casa.
Se il corpo senza vita di Giulia Cecchettin venne trovato una settimana dopo la scomparsa nei pressi del lago di Barcis, Turetta venne arrestato una manciata di ore dopo il ritrovamento del cadavere in Germania, dopo 8 giorni di fuga.
Questi elementi saranno determinanti nel contestare o meno la premeditazione dell'omicidio, aggravante che impedirebbe alla difesa di Turetta di accedere al rito abbreviato e potrebbe far finire l’uomo direttamente davanti alla Corte d'Assise.