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Femminicidio di Maria Turturo, l’autopsia sul corpo del marito Giuseppe Lacarpia conferma il suicidio

L’autopsia eseguita sul corpo di Giuseppe Lacarpia, il 65enne di Gravina trovato morto nella notte tra martedì 22 e mercoledì 23 ottobre nella sua cella del carcere di Bari, conferma l’ipotesi del suicidio. L’uomo era stato rinchiuso all’inizio del mese per il femminicidio premeditato, aggravato dalla crudeltà, della moglie 60enne Maria Arcangela Turturo.
A cura di Eleonora Panseri
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Maria Arcangela Turturo e Giuseppe Lacarpia.
Maria Arcangela Turturo e Giuseppe Lacarpia.

Sono stati resi noti i risultati dell'autopsia eseguita sul corpo di Giuseppe Lacarpia, il 65enne di Gravina trovato morto nella notte tra martedì 22 e mercoledì 23 ottobre nella sua cella del carcere di Bari. L'uomo era stato rinchiuso all'inizio del mese per il femminicidio premeditato, aggravato dalla crudeltà, della moglie Maria Arcangela Turturo.

Come emerso dai primissimi esiti, l'esame autoptico svolto oggi, giovedì 24 ottobre, dal professor Biagio Solarino dell'istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari sul cadavere dell'uomo, confermerebbe l‘ipotesi del suicidio. Per consentire lo svolgimento dell'autopsia, la Procura di Bari aveva aperto un fascicolo a carico di ignoti per istigazione al suicidio.

Il ritrovamento del cadavere del 65enne

Due giorni fa il corpo di Lacarpia è stato ritrovato senza vita dagli agenti della polizia penitenziaria intorno alle 3 di notte nel letto della sua cella. L'uomo si sarebbe tolto la vita utilizzando una busta di plastica che si sarebbe avvolto attorno alla testa. Sarebbe quindi deceduto per soffocamento. A dare l'allarme sono stati i 7 detenuti con cui condivideva la cella.

Non sono stati trovati messaggi o biglietti che possano spiegare i motivi del gesto.Il giorno prima del suicidio aveva ottenuto il permesso di fare visita alla moglie al cimitero. La figlia Antonella aveva commentato con emoticon festanti, sui social, la notizia della morte del genitore.

Dopo l'esecuzione degli accertamenti medico-legali, il cadavere potrà tornare ai familiari che, provati anche dal femminicidio di Turturo, potranno organizzare i funerali del 65enne.

Il femminicidio di Maria Arcangela Turturo

Il 6 ottobre Lacarpia era stato arrestato per aver prima tentato di dare fuoco alla moglie Maria Arcangela Turturo mentre si trovava in macchina. L'avrebbe poi uccisa a mani nude. A settembre la 60enne aveva detto alla figlia: "Sento che mi deve uccidere".

Dopo il femminicidio la donna aveva anche riferito che il padre era spesso violento e che la madre era finita in ospedale ben tre volte a causa delle aggressioni subite. "Si ammazzavano di botte", aveva dichiarato, riferendosi alle liti frequenti tra i genitori, spesso provocate dai debiti accumulati dall'azienda del padre, specializzata nell’allevamento di mucche e nella produzione di latticini.

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