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Femminicidio di Lorena Quaranta, confermato l’ergastolo per l’ex fidanzato Antonio De Pace

La Corte d’assise di appello di Messina ha confermato ieri la condanna all’ergastolo per l’infermiere Antonio De Pace, imputato per il femminicidio di Lorena Quaranta.
A cura di Davide Falcioni
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La Corte d'assise di appello di Messina ha confermato ieri la condanna all'ergastolo per l'infermiere Antonio De Pace, imputato per il femminicidio di Lorena Quaranta, studentessa di medicina, originaria di Favara (Ag), avvenuto in una villetta a Furci Siculo il 31 marzo del 2020. Confermato anche il risarcimento per le parti civili. Lorena è stata uccisa probabilmente al culmine di una violenta lite con l'uomo. I due erano fidanzati. Era stato De Pace a chiamare i carabinieri dopo aver tentato il suicidio. Lorena Quaranta frequentava l'ultimo anno della facoltà di medicina ed era prossima alla laurea.

Nel corso del processo di secondo grado la pubblica accusa aveva invocato la concessione delle attenuanti generiche nei confronti del giovane, di origini calabresi. I giudici tuttavia hanno deciso di non concedere nessuna riduzione della pena che, quindi, è rimasta quella massima prevista dall'ordinamento italiano.

A pesare, nella ricostruzione della Procura, l'assenza di episodi violenti pregressi e le modalità del delitto, simili ad un raptus. Una ricostruzione che ha lasciato l'amaro in bocca ai familiari della ragazza, difesi dall'avvocato Giuseppe Barba. "Riteniamo – aveva detto il legale – che la sentenza di primo grado vada confermata, l'ergastolo è stato dato con motivazioni ineccepibili."  L'infermiere calabrese era stato dichiarato capace di intendere e di volere, quindi imputabile, al termine della perizia effettuata per conto della procura dal professore Stefano Ferracuti che aveva evidenziato l'assenza di "disturbi psichiatrici" nel ragazzo, all'epoca dei fatti vittima di una "importante condizione ansiosa".

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