Femminicidio di Alghero, la confessione del marito: “L’ho strangolata con le mie mani”
Prima di costituirsi alle forze dell'ordine, Marcello Tilloca, 42 anni, ha chiamato il suo legale: "Avvocato, ho ucciso mia moglie Michela". Con calma e lucidità il 42enne che ieri ha ucciso strangolandola barbaramente, la moglie Michela Fiori nel loro appartamento ad Alghero, ha concertato con il proprio avvocato la confessione che di lì a poco avrebbe fatto alle autorità. Ieri sera Tilloca si è presentato in caserma dove ha raccontato i particolari del femminicidio che ha sconvolto la piccola comunità. "Ci stavamo separando" ha detto Tilloca prima ai militari che hanno verbalizzato la sua confessione e al magistrato Mario Leo. "Abbiamo discusso, l'ho strangolata con le mie mani". Qualcuno nelle stesse ore ha dovuto occuparsi dei due bimbi di 11 e 13 anni, ora rimasti senza madre.
Lei aveva paura di lui
La vittima, Michela Fiori, 40 anni, dipendente di una cooperativa che si occupa di assistenza domiciliare, aveva paura da tempo. Solo venti giorni fa la quarantenne si era rivolta al centro antiviolenza per chiedere aiuto. Un aspetto, quello dei maltrattamenti domestici, che verrà approfondito nelle prossime ore insieme al profilo del Tilloca, reo confesso. L'uomo, da quanto emerso, non aveva un lavoro fisso, ma guadagnava piccole somme con lavoretti saltuari. A suo carico, ad oggi, c'è una denuncia sporta dalla povera Michele solo un mese fa riguardante una ‘tentata estorsione'. Tilloca, infatti, avrebbe tentato di ottenere da lei la somma di 300 euro, rubando il cellulare al figlio e chiedendo la cifra per il ‘riscatto' dell'oggetto a sua moglie. La donna, che non sapeva che ad architettare il piano fosse stato proprio il marito, è andata a sporgere denuncia.