Femminicidio Cecchettin, le prossime tappe del processo a Filippo Turetta: il 3 dicembre la sentenza
Quello a Filippo Turetta, imputato per il femminicidio della ex fidanzata Giulia Cecchettin, sarà un processo che arriverà a sentenza nel giro di poche settimane. Già il prossimo 3 dicembre, infatti, è prevista la decisione sul giovane reo confesso dell’omicidio della studentessa di Vigonovo.
Ieri i giudici della corte d'Assise di Venezia hanno accolto “l'accordo delle parti, ossia l'acquisizione di tutto il fascicolo del pm e la richiesta di esame" chiesto dall'imputato dando in questo modo il consenso al processo lampo per Turetta. Lo stesso Turetta ha chiesto di essere interrogato mentre il suo avvocato Giovanni Caruso ha rinunciato all'esame della consulente medico-legale. Dinanzi a una relazione autoptica esaustiva l'esame del teste non avrebbe inciso “neppure sull'aggravante della crudeltà”. E anche il pm Andrea Petroni ha deciso di fare a meno della lista testimoni.
In questo modo si potrà arrivare al verdetto entro la fine di quest’anno. In particolare, il calendario vede per la prossima udienza l'interrogatorio dello studente: due le date – il 25 e il 28 ottobre – per l'esame dell'imputato, poi si tornerà in aula il 25 e 26 novembre per la discussione delle parti. Il 3 dicembre quindi l’ultimo appuntamento per possibili repliche e la sentenza.
Turetta, che è detenuto nel carcere di Verona, ha deciso di non partecipare alla prima udienza del processo a Venezia. C’era ieri invece Gino Cecchettin, papà della ragazza sequestrata e poi uccisa dal suo ex lo scorso novembre in un parcheggio a Fossò. "Non mi auguro nessuno tipo di vendetta o di favore, sono sicuro che i giudici decideranno al meglio. Ho piena fiducia nelle istituzioni, la pena che decideranno i giudici sarà quella giusta", le sue parole davanti ai giornalisti durante una pausa del processo.
Intanto l'avvocato Nicodemo Gentile, che tutela la parte civile Elena Cecchettin, ha fatto sapere che "un milione di euro è quanto abbiamo stimato possa essere un rimborso che Filippo Turetta dovrà alla famiglia di Giulia".
Il collegio giudicante, presieduto da Stefano Manduzio, ha escluso dalle parti civili i due comuni di Fossò e Vigonovo e le associazioni a tutela delle donne. Delle 12 parti civili rimangono insomma il padre di Giulia, Gino, i fratelli Elena e Davide, la nonna e lo zio.