Femminicidio a Scalea, alunni in piazza per ricordare la prof Ilaria Sollazzo: “Una persona meravigliosa”
La città di Scalea è ancora sotto shock. A quattro giorni dalla tragedia di domenica scorsa, il femminicidio – omicidio in cui hanno perso la vita Ilaria Sollazzo e Antonio Russo, ci sono ancora tanti perché che non avranno mai una risposta. Ieri amici, parenti e colleghi della donna, si sono riuniti per pregare e riflettere su quanto accaduto. La manifestazione è stata fortemente voluta dagli alunni del liceo Pietro Metastasio di Scalea, dove Ilaria lavorava solo da qualche settimana, ma già si era fatta amare per la sua dolcezza e per la voglia di vivere. Tra le persone presenti, c'era anche la sua mamma, rimasta in silenzio tutto il tempo. Alla fine della manifestazione ha avuto un lieve malore. Dalla ricostruzione emersa, sembra che la donna sia stata la prima a trovare i cadaveri dei ragazzi, perché la tragedia è avvenuta a poche decine di metri dalla casa in cui, al momento della tragedia, dormiva insieme alla nipotina.
"Ilaria era una ragazza super disponibile, felice". È il ricordo di una degli alunni del liceo Metastasio presenti all'evento di ieri. "Era dolce, umile, sicura", le fa eco un'altra ragazza. Ilaria aveva cominciato a insegnare in quella scuola a inizio settembre e in poco tempo aveva conquistato il cuore di tutti. "Aveva instaurato un rapporto bellissimo con noi, ci siamo subito affezionati a lei". Poi ci sono gli amici, anche quelli della comunità cristiana, a cui la giovane insegnante di Scalea dava anima e corpo. "Il suo sorriso era contagioso, guariva", dice don Fiorino Imperio. "Era gioiosa, solare e soddisfatta della sua vita – assicura ancora chi la conosceva – era alla continua ricerca del dono di sé e degli altri. Stava bene con i ragazzi sentendosi una di loro, questo solo per comprendere il dono che abbiamo avuto e di cui abbiamo goduto per tanti anni". Ilaria provava un amore immenso, oltre che per la sua bimba, anche per i nipoti. "Ilaria – dicono in ultimo i presenti – era un persona colorata".
La ricostruzione
Ilaria Sollazzo, 31 anni, docente di sostegno e mamma di una bimba di due anni e mezzo, è stata assassinata in auto dall'ex compagno Antonio Russo con sette colpi di pistola, almeno due dei quali risultati fatali. La donna è spirata all'istante. Poi la guardia giurata, con cui aveva convissuto fino a pochi mesi fa, ha aperto la portiera della Lancia Ypsilon bianca e ha rivolto l'arma contro se stesso, sparandosi un colpo alla testa. I fatti si sono verificati intorno alle 4 del mattino. Ilaria e Antonio ultimamente pare litigassero spesso. Lui non aveva accettato la fine della relazione. Ma da quanto raccontano amici e colleghi, Ilaria era rimasta serena e non si era mai sentita veramente in pericolo. Antonio era assillante, le chiedeva di tornare insieme di continuo, eppure non le aveva mai rivolto una minaccia esplicita, circostanza che magari l'avrebbe convinta a denunciare. La notte del 2 ottobre, Antonio si sarebbe messo sulle tracce della ex, che stava partecipando a una cerimonia con alcuni amici, non trovandola. Allora l'ha attesa sotto casa fino alle 4 del mattino a Scalea, nel Cosentino. Quando l'ha vista arrivare l'avrebbe costretta ad accostare l'auto lungo il marciapiede. La rabbia e l'odio si erano già impossessati di lui. Antonio ha sparato frontalmente sette colpi di pistola, sfondando il parabrezza dell'auto. Due l'hanno raggiunta al viso e alla testa. Ilaria è morta nel giro di qualche istante. Poi il vigilante ha messo fine anche alla sua vita. Gli spari hanno squarciato il silenzio della notte e hanno attirato l'attenzione dei vicini, che si sono precipitati in strada. Tra questi, anche la mamma della vittima. Ma già non c'era niente più da fare.