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Fecondazione eterologa: “Pronti col ticket sanitario, costerà sui 300 euro”

Dopo la decisione della Consulta tante le telefonate giunte a centri pubblici e privati della penisola. Parla Carlo Bulletti, primario di Cattolica: “Aspettiamo solo che venga pubblicata la sentenza sulla Gazzetta ufficiale”.
A cura di S. P.
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Nelle ore successive alla decisione della Corte Costituzionale sulla fecondazione eterologa tantissime le telefonate giunte a centri pubblici e privati d’Italia per avere informazioni. Tante le chiamate giunte anche all’unità operativa di fisiopatologia della riproduzione dell’Asl Romagna, a Cattolica, come spiegato dal primario Carlo Bulletti, intervistato dal quotidiano Repubblica. “Noi siamo pronti a fare l’eterologa, col ticket sanitario. Abbiamo la tecnologia, le strutture, abbiamo centinaia di gameti abbandonati o donati negli anni passati. La Consulta è legge, il Parlamento non potrà tornare indietro, ora è solo questione di qualche parere dei legali dell’Asl e di vedere pubblicata la sentenza sulla Gazzetta ufficiale”, ha spiegato Bulletti. Il primario ha parlato della spinosa questione relativa alla fecondazione eterologa, e alle richieste giunte da sempre al loro centro. E di come adesso le cose potranno cambiare. Per quanto riguarda i costi e i tempi, il primario ha spiegato che in Emilia Romagna il ticket sanitario è in base al reddito: “Diciamo che per un trattamento si va sui 300 euro e credo che questi saranno anche i prezzi dell’eterologa”.

A proposito dei “problemi organizzativi” da affrontare dopo la storica sentenza della Consulta Bulletti ha spiegato come secondo lui andrebbero regolamentate le donazioni: "Secondo me dovrebbero essere tutte a titolo solidale come in passato e all'inglese. Ovvero donatori sconosciuti ma con informazioni genetiche utili per la salute del bambino". Inoltre l'idea è quella di limitare le donazioni maschili, "magari un massimo di cinque, per evitare possibili incontri tra parenti". Alla donna che, invece, si sottopone alla fecondazione assistita "chiederei, come in passato, se dei suoi dieci ovociti prodotti ne vuole donarne un paio ad una donna meno fortunata di lei".

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