Fausto, trapiantato al cuore da 30 anni: “Grazie al donatore ho portato le mie figlie all’altare”
Ci sono tutti i famigliari di Fausto Zancarli: due figlie e tre nipoti che "ho avuto la fortuna di crescere e di portare all'altare " spiega Fausto, che oggi riceve una targa dalla Città della Salute per festeggiare il traguardo dei 30 anni dal trapianto. Un'operazione difficile, che all'epoca era una novità anche per l'Italia.
"Quando ho ricevuto la notizia che dovevo trapiantarmi – prosegue Fausto – naturalmente mi sono molto preoccupato". La moglie Silvana racconta che Fausto si era messo a piangere ai piedi del letto: "Così – dice lei – gli ho detto di rialzarsi subito che non avevamo tempo da perdere. Cos'altro avrei potuto fare?"
"La mia emozione di oggi è alle stelle – racconta a Fanpage.it Fausto – ho superato un traguardo cui arrivano in pochi. Ho avuto la fortuna di avere un donatore dal cuore robusto. Grazie a questo 30 anni fa sono rinato".
Fausto Zancarli ha avuto il primo infarto a 31 anni e la sua situazione era sempre più grave, fino a quando al terzo cuore disponibile non c'è stata la piena compatibilità. Allora, nel giro di poche ore, Fausto è finito sotto i ferri e ne è uscito con un cuore nuovo e vitale, che lo ha accompagnato per questi ultimi 30 anni.
"Fausto è il paziente perfetto – dice il dottor Tullio Usmiani, cardiologo alle Molinette Città della Salute – ascolta i propri medici, si impegna al massimo, ha un carattere positivo e la sua simpatia ci ha coinvolti tutti"
Il professor Mauro Rinaldi, cardiochirurgo delle Molinette, conferma che il caso di Fausto "è un caso eccezionale per quella che è l'epoca del trapianto. Attualmente con le tecniche moderne e farmaci immunoppressivi molto efficaci e con pochissimi effetti particolari, adesso siamo su una sopravvivenza media di 20-30 anni. Quello che era eccezionale negli anni '90 oggi sta diventando abbastanza routinario".
Poi il Professor Rinaldi si sofferma sulle donazioni di organi "La situazione delle donazioni è migliorata – spiega – ma c'è ancora molta strada da fare. Su quattro richiedenti trapianto riusciamo a portarne in operazione soltanto uno, c'è ancora molto lavoro da fare".