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Fausto Nicolì muore in un incidente in moto: era stato accusato ingiustamente della morte di Noemi Durini

Incidente mortale in Salento sulla statale 275 Maglie-Leuca. A perdere la vita nello schianto è stato Fausto Nicolì, 55enne di Patù. Nel 2019 venne accusato ingiustamente di aver ucciso la 16enne Noemi Durini dall’ex fidanzato della ragazza, vero autore del brutale omicidio.
A cura di Eleonora Panseri
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Incidente mortale sulla statale 275 Maglie-Leuca, all’altezza di Lucugnano, in Salento. La vittima dello schianto è Fausto Nicolì, 55 anni. Era in sella alla sua moto, una Suzuki Gsx r1000, quando si sarebbe scontrato con un'auto, un Lancia Y grigia, intorno alle 7.30 del mattino di oggi, mercoledì 20 settembre. Le dinamiche dello scontro restano ancora da chiarire.

Subito dopo l’impatto, alcune persone hanno tentato di soccorrere l’uomo, si legge su Il Messaggero. All'arrivo dei sanitari del 118 però, dopo alcuni tentativi di rianimazione, non è restato altro da fare che constatare il decesso del 55enne. I carabinieri della stazione locale hanno effettuato i rilievi del caso per chiarire eventuali responsabilità.

Chi era Fausto Nicolì

Fausto Nicolì, 55enne di Patù, nel 2019 divenne tristemente noto a livello nazionale come il “meccanico di Patù”. L'uomo all'epoca venne infatti accusato di aver ucciso la 16enne di Specchia Noemi Durini, scomparsa il 3 settembre 2017, dall'ex fidanzato della ragazza, Lucio Marzo, vero autore del brutale omicidio e all'epoca dei fatti minorenne.

Durini e Marzo si conobbero nel 2016, lui era più grande di lei di un anno, e tra i due si instaurò un rapporto malsano. Secondo quanto ricostruito, la giovane sarebbe stata uccisa a sassate e il suo corpo venne recuperato da un pozzo. Il ragazzo confessò molto tempo dopo e venne condannato, anche in appello, a 18 anni ed otto mesi di reclusione.

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Il 55enne fu accusato di atti persecutori e lesioni personali contro il padre, lo zio e il cugino di Lucio. Infatti, quando l’allora 17enne confessò l’omicidio e nel corso di un'udienza preliminare chiese scusa ai genitori della ragazza, non fece lo stesso con Nicolì che era stato accusato ingiustamente del crimine commesso. Successivamente, in almeno quattro occasioni, l'uomo si sarebbe vendicato del torto subito e avrebbe malmenato e insultato i parenti del ragazzo.

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