Fatima precipitata a Torino, analisi in 3d col laser scanner per ricostruire la caduta della bimba
Analisi in 3d con il laser scanner per capire la dinamica del dramma che ha visto protagonista la piccola Fatima Skika, 3 anni. Nella giornata di oggi, venerdì 21 gennaio, la polizia scientifica di Torino è tornata nel palazzo dove, la notte di giovedì scorso, la bambina è precipitata dal balcone di casa, perdendo la vita il giorno dopo. Gli accertamenti tecnici sono stati disposti dal pm Valentina Sellaroli, titolare dell’inchiesta in cui il patrigno della piccolina, il 32enne marocchino Azhar Mohssine, è accusato di omicidio colposo. Gli inquirenti sono convinti del "grave comportamento" dell'uomo che avrebbe agito "nonostante i rischi". Presenti sul posto anche il medico legale Roberto Testi, l’avvocato Stefania Lorenzino, legale della mamma di Fatima, e l’avvocato Alessandro Sane, difensore di Azhar.
In particolare gli esami degli esperti si concentrano sul cortile e sul ballatoio del quinto piano, da dove Fatima sarebbe precipitata mentre giocava con l’indagato. Nei giorni scorsi è già stata eseguita l’autopsia sulla bambina e proprio oggi è arrivato il nullaosta per i funerali. Intanto si valutano anche le testimonianze delle persone che erano in casa con Fatima al momento dei fatti, sopratutto quella della madre della bimba che avrebbero fornito versioni diverse della storia. In un primo momento aveva detto di non aver visto nulla, di aver udito solo le urla della bambina e di essersi affacciata vedendola cadere. In un secondo resoconto, ha affermato di essere stata anche lei nell'appartamento di Mohssine quella sera e di aver litigato con lui poco prima che la bimba cadesse dal balcone. "Lui ha presa e l'ha gettata giù apposta" ha riferito la donna. “Stavamo giocando a fare vola vola e mi è scivolata. Io ci tenevo a Fatima. È colpa mia, non so come sia successo” sono invece le ammissioni di Azar Mohssine, che in un primo momento aveva rivelato di non essere stato presente quando sono avvenuti i fatti.