Fatima morta dopo la caduta dal balcone, ergastolo in appello per il patrigno: “La uccise per stizza”
È stata confermata la condanna in appello per il 36enne Mohssine Azhar, accusato di aver lanciato dal balcone la figlia di 3 anni della donna con la quale aveva una relazione. La piccola Fatima, 3 anni, era morta dopo essere precipitata dal balcone al quarto piano di una palazzina del centro storico di Torino. Nei confronti del 36enne condannato all'ergastolo l'accusa era di omicidio volontario. Mohssine ha sempre sostenuto che si trattò di un incidente avvenuto mentre giocava con la bimba sul balcone dell'abitazione, ma per l'accusa quello fu invece un gesto deliberato.
Secondo l'accusa, Mohssine la bimba sarebbe stata deliberatamente gettata dal balcone dopo un litigio che il 36enne aveva avuto con la madre. Le immagini della caduta sono state proiettate in aula durante una delle ultime udienze nel febbraio del 2023. L'imputato non è riuscito a guardarle, abbandonando l'aula proprio durante la proiezione.
Secondo l'avvocata di parte civile, Silvia Lorenzino, l'uomo avrebbe spinto la bimba in un "gesto di stizza" dopo il litigio con la compagna. "Ho fatto tutto questo per mia figlia – ha spiegato la mamma della piccola, Lucia Chinelli -. Finché vivrò, combatterò sempre per lei. Mi manca, era un tesoro".
La legale che difende la mamma della bimba ha sottolineato che fin dall'inizio la morte di Fatima è apparsa come "una vendetta" nei confronti della madre. "Un gesto di stizza verso la mia assistita – ha spiegato – che non voleva lasciare con lui la figlia perché si era resa conto che era alterato. La piccola viveva al piano di sotto della stessa palazzina con la madre, ma in quel momento si trovava nella casa del patrigno. "Una specie di punizione suprema per la mia cliente. Questo non sminuisce la valenza del suo gesto, lo rende invece ancora più crudele. Ha trattato questa bimba come una cosa che si poteva buttare dal balcone perché era arrabbiato".