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Covid 19

Fase 2, Brusaferro: “Scuole chiuse, sono luoghi di aggregazione e possono diffondere il virus”

Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità ha spiegato perché le scuole devono continuare a rimanere chiuse anche nella Fase 2: “Essendo luoghi d’aggregazione non solo di studenti, ma anche per genitori, insegnanti e personale, possono favorire la diffusione del virus”.
A cura di Davide Falcioni
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È il tema della scuola a tenere banco nella consueta conferenza stampa del lunedì a cui oggi, oltre al capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, ha partecipato anche il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro: "Dobbiamo evitare in ogni modo che ci sia una nuova impennata dei contagi a settembre", ha dichiarato quest'ultimo, spiegando per quali ragioni in Italia le scuole non riapriranno a maggio ma direttamente nel nuovo anno scolastico, quello 2020-2021. "Essendo luoghi d'aggregazione non solo di studenti, ma anche per genitori, insegnanti e personale, le scuole possono diventare luoghi che favoriscono la diffusione del virus". Brusaferro ha spiegato che ciò sarebbe sostenuto da "vari studi, che magari presenteremo nel dettaglio in una delle prossime occasioni. Il nostro obiettivo è quello osservare attentamente quello che avverrà in questi mesi e poi a settembre valutare l'andamento dell'epidemia per una ripresa dell'anno scolastico. Dobbiamo fare di tutto affinché le scuole non favoriscano una ricrescita dei contagi, per questo studieremo il modo di far rispettare il distanziamento in classe". Secondo il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità l'Italia è "il paese pilota, un modello a cui tutti osservano". In realtà, però, Francia e Spagna si accingerebbero a riaprire le loro scuole nonostante abbiano una situazione epidemica simile a quella italiana: "Staremo a vedere cosa accadrà in quei paesi", ha chiosato Brusaferro.

Mascherine, Brusaferro: "Per la popolazione vanno bene anche quelle non mediche"

Silvio Brusaferro ha anche spiegato come devono essere impiegate le mascherine: "Quelle chirurgiche sono raccomandate per uso sanitario. Poi ci sono le mascherine ‘non mediche' che possono essere impiegate dalla popolazione e rappresentano una semplice barriera verso il droplet, eliminando o riducendo l'emissione di goccioline. Queste vanno utilizzate in tutti i luoghi nei quali non è possibile rispettare il distanziamento sociale, ad esempio nei supermercati e sui mezzi di trasporto. È però importante abbinare sempre all'uso della mascherina il lavaggio frequente delle mani e un'accurata igiene personale".

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