Fasano, la morte di Clelia Ditano nell’ascensore: interdetti amministratore di condominio e tecnico
Divieto di esercitare determinate attività professionali per un anno. È questa la prima misura interdittiva che i carabinieri di Fasano, su ordine del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi, hanno emesso nei confronti dell’amministratore di condominio e del responsabile tecnico della società di manutenzione dell’ascensore dove è caduta la giovane Clelia Ditano perdendo la vita lo scorso 1° luglio. Ai due indagati è addebitato il reato di “omicidio colposo”.
Nel provvedimento cautelare è evidenziata è evidenziato che gli indagati (quattro in totale, altri due sono addetti a manutenzione e revisione dell’ascensore) sono ritenuti responsabili di "grave negligenza, imprudenza, imperizia ed inosservanza della normativa e degli obblighi contrattuali posti a base della regolare manutenzione dell'impianto ascensore del condominio".
Secondo il gip, i due avrebbero omesso consapevolmente "di effettuare le necessarie riparazioni ovvero di mettere in sicurezza l'ascensore e comunque di inibire l'uso dello stesso a fronte della più volte accertata difettosità della chiusura delle porte dei piani".
Clelia Ditano aveva 25 anni. La giovane è morta nella notte tra il 30 giugno e il 1° luglio, cadendo nel vuoto per 10 metri all’interno del vano dell’ascensore della sua abitazione in via Piave. Si era appena ritirata da un’uscita con gli amici.
Stando a quanto accertato, avrebbe posato la borsa nel suo appartamento al quarto piano con l’intenzione di raggiungere nuovamente gli altri ragazzi in strada. Ma al momento di prendere l’ascensore, una volta aperte le porte, la cabina non era al suo posto come lei credeva. In base all’autopsia, Clelia sarebbe morta sul colpo dopo la caduta.