Fanpage Town #4 | Jazz e Slivovitz
Lo slivovitz è un'acquavite priva di colore, bevanda nazionale delle regioni balcaniche, ricavata dalla fermentazione delle prugne. E' quindi al legame con la terra, con le radici che gli Slivovitz guardano, suonando un jazz-rock mischiato al progressive napoletano e con influenze che arrivano dalla terra del liquore che da loro il nome. Una band tutta italiana formata da sette elementi che ci è venuta a trovare in formazione ridotta, regalandoci una splendida suite tratta dai loro ultimi due album, Bani Ahead e Hubris, al sassofono Pietro Santangelo, al violino Riccardo Villari, alla tromba Ciro Riccardi e all'armonica Derek Di Perri. Completano la band Domenico Angarano al basso, Marcello Giannini alla chitarra e Salvatore Rainone alla batteria. In tutti gli album della band ricorre la figura dell'asino, il ciuccio napoletano, simbolo anche della forte appartenenza con la propria città d'origine, ma ascoltando i loro lavori capita di trovarsi in un attimo da un mood in stile Osanna al suono tzigari di Goran Bregovic e non è un caso che l'abbiano girata bene l'Europa dell'Est: i loro dischi spopolano dalla Russia all'Uzbekistan, ed hanno partecipato e partecipano tuttora agli appuntamenti più importanti di quella zona: Sziget Festival di Budapest, Nisville Jazz Festival solo alcuni dei festival a cui hanno preso parte. Il 25 maggio saranno invece in Italia, al Young Jazz Festival di Foligno, non prima di essere passati però per il cuore di Napoli, in Via Bellini, il 24.
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