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Famiglia travolta e uccisa da un’auto, la donna alla guida forse stava usando il cellulare 

Il dramma di Santo Stefano di Cadore, nelle Dolomiti. La 31enne tedesca alla guida della vettura ha investito e ucciso Marco Antoniello di 48 anni, suo figlio Mattia di 2 anni e la nonna del bambino Mariagrazia Zuin di 65. Secondo alcuni testimoni avrebbe poi “inveito contro i corpi a terra”. Ora è in carcere a Venezia.
A cura di Biagio Chiariello
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Lunedì 10 luglio sarà lutto cittadino a Santo Stefano di Cadore, nelle Dolomiti bellunesi, dove una famiglia travolta sulla strada mentre passeggiava è stata sterminata: Marco Antoniello di 48 anni, suo figlio Mattia di 2 anni e la nonna del bambino Mariagrazia Zuin di 65, tutti residenti a Favaro Veneto in provincia di Venezia. Erano lì per trascorrere qualche giorno di vacanza, hanno trovato la morte.

Chi è la donna investitrice

La donna che li ha investiti è stata arrestata per omicidio stradale ed è stata portata nel carcere di Venezia. Gli esami tossicologici a cui è stata sottoposta dimostrano che al momento dell'incidente non era drogata o ubriaca.I familiari delle vittime hanno parlato di “gesti strani” compiuti dalla donna alla guida, anche lei portata in ospedale, al Gazzettino Lucio Potente, che ha visto morire la moglie, il genero e poi anche il nipotino, ha detto che “inveiva contro i corpi a terra”.

Si tratta di una 31enne tedesca, originaria di Deggendorf nella Baviera orientale, ora rinchiusa in stato di arresto in una cella della Casa di reclusione femminile di Venezia-Giudecca con l'udienza di convalida che dovrebbe tenersi tra due giorni. Stando alcuni testimoni a trasparire è stata soprattutto la sua totale indifferenza rispetto all'accaduto. La donna alcuni giorni fa era stata denunciata a Bolzano perché trovata in possesso di oggetti atti ad offendere.

Forse stava usando il cellulare

Ora il lavoro degli inquirenti si sta concentrando sulle cause più probabili di quanto avvenuto: parte certo che la sua Audi nera viaggiasse a velocità molto sostenuta, ben al di sopra del limite dei 50 orari previsto in quel punto; c'è poi la questione del possibile uso del cellulare alla guida.

Elementi che spiegherebbero la perdita di controllo improvvisa della macchina. Per questo si stanno analizzando le cellule telefoniche agganciate e si continuano a raccogliere le testimonianze di chi ha assistito al dramma.

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