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Falsi esami universitari in Calabria, altri 70 indagati

L’inchiesta è partita dalla denuncia del preside della facoltà di Lettere e Filosofia, Raffaele Perrelli il quale, durante una seduta di laurea, non riconobbe come sua la firma presente su uno degli statini inseriti nel fascicolo di un candidato.
A cura di Daniela Caruso
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In merito all'inchiesta sui falsi esami alla facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università della Calabria, sono stati indagati altri 70 studenti. Si tratta del secondo filone di inchiesta condotta dal sostituto procuratore della Repubblica, Antonio Tridico, che ieri ha emesso l'avviso di conclusione d'indagine nei confronti di altre 75 persone tra studenti, un tutor e personale amministrativo della facoltà, accusate, a vario titolo, di falso e introduzione abusiva nel sistema informatico dell'Ateneo.

Numerose le modalità mediante le quali si raggiungeva il conseguimento dei falsi esami: i falsi esami venivano completato circa tre mesi prima della sessione di laurea. In questo modo, diminuivano le possibilità che qualcuno si accorgesse dell'imbroglio. Agli studenti, dunque, venivano registrati esami che, in realtà, non avevano mai sostenuto. Nell'inchiesta, partita dopo una denuncia esposta dal preside della facoltà di Lettere e Filosofia, Raffaele Perrelli, sono state condotte anche una serie di consulenze grafologiche: il preside, infatti, durante una seduta di laurea, non riconobbe come sua la firma presente su uno degli statini inseriti nel fascicolo di un candidato.

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