Fallimento Qui! Group, arrestato il re dei buoni pasto Gregorio Fogliani
Nell'ambito dell'inchiesta sul fallimento Qui!Group, Gregorio Fogliani, presidente e fondatore della società di distribuzione dei buoni pasto utilizzati anche dalla pubblica amministrazione, è stato arrestato. Finiscono agli arresti domiciliari anche la moglie Luciana Calabria, le due figlie Chiara e Serena e sono stati inoltre arrestati due manager Qui!Group, Luigi Ferretto (amministratore delegato) e Rodolfo Chiriaco (consigliere delegato). L'indagine, condotta dai finanzieri del comando provinciale di Genova, è per bancarotta fraudolenta, riciclaggio, autoriciclaggio e truffa aggravata. La Guardia di Finanza sta eseguendo un sequestro preventivo su conti, immobili e disponibilità finanziarie per 80 milioni di euro. A settembre dello scorso anno, il tribunale di Genova aveva dichiarato il fallimento della Qui!Group per debiti che ammontavano a più di 325 milioni di euro. Tra i beni sequestrati anche i muri del Moody, locale-tavola calda di Genova che era stato chiuso dopo il fallimento ed è stato riaperto solo cinque giorni fa dopo un accordo tra Hi Food Genova, società che vede tra i soci la Event Beach controllata da Gabriele Volpi e la Kofler, e Azzurra, società dello stesso Fogliani e proprietaria dei locali di via XII Ottobre.
Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Francesco Pinto e dal sostituto Patrizia Petruzziello, tra le vittime delle truffe messe in piedi da Gregorio Fogliani ci sarebbe anche il ministero dell'Istruzione. A quanto emerso, la società aveva falsificato i bilanci per ottenere finanziamenti dal Ministero pari a oltre un milione di euro per un progetto su carte e buoni pasto. Un’altra vittima sarebbe stata la holding americana Felctor Luc Holding 2 che aveva finanziato un investimento per oltre 6 milioni di euro.
Gregorio Fogliani aveva fondato un impero sui buoni pasto. I suoi Qui! Ticket fino a qualche anno fa erano stati adottati da molte amministrazioni pubbliche e venivano utilizzati da centinaia di migliaia di dipendenti. Alcuni anni fa aveva vinto un appalto con Consip. Poi però i ritardi con cui pagava i titolari dei locali ben presto si sono trasformati in vere e proprie sospensioni del ritiro dei suoi buoni pasto da parte di importanti catene come la Coop e dei principali locali di Liguria, Piemonte, Lombardia e Lazio.