Fallimento Fiorentina, Vittorio Cecchi Gori condannato a risarcire 19 milioni di euro
Vittorio Cecchi Gori è stato condannato dal Tribunale civile di Firenze a pagare oltre 19 milioni di euro di risarcimento danni nell'ambito della causa per responsabilità nell'amministrazione della Fiorentina, promossa dalla curatela fallimentare dopo il crac nel 2002. L’imprenditore e produttore cinematografico è stato presidente della squadra di calcio dal 1993 al 2002. Cecchi Gori, che era stato già condannato in via definitiva in sede penale a tre anni e quattro mesi di carcere, è stato riconosciuto unico responsabile del fallimento della Fiorentina. Sono stati invece assolti gli altri consiglieri e amministratori, tra cui Mario Sconcerti, Luciano Luna e Ottavio Bianchi. Secondo i magistrati, tra il 1998 e il 1999 la Fiorentina sarebbe stata usata da Cecchi Gori come una sorta di cassa continua a cui attingere per tamponare la crisi del suo gruppo. I 67 miliardi di lire di prestito ottenuti da Merril Lynch, ottenuti grazie a crediti futuri derivanti dalla vendita degli abbonamenti fino all'anno 2010, sarebbero stati dirottati verso altre società. Seguì poi un periodo di progressivo indebitamento e maturò un ulteriore debito di 180 miliardi che venne risolto dagli amministratori con la cessione pro solvendo dei diritti verso la Lega calcio conseguenti alla vendita dei giocatori Toldo e Rui Costa.
La difesa: "Faremo appello" – Dopo un aumento di capitale di 25 miliardi, per i magistrati "la situazione continuò a precipitare” e alla fine restò un debito di 20 miliardi di lire, che impedì ai viola di raggiungere i parametri di bilancio necessari per l'iscrizione al campionato di serie B. Ciò portò la squadra al fallimento. Secondo i giudici l'ideazione delle operazioni fu di Vittorio Cecchi Gori e per questo il tribunale gli ha inflitto un maxi-risarcimento pari a 19 milioni e 75 mila euro. "Faremo appello – le parole dell'avvocato dell'ex presidente viola, Gianfranco Passalacqua, riportate da Repubblica – stiamo per presentare richiesta di risarcimento per 300 milioni contro la curatela fallimentare, che all'epoca avrebbe potuto impegnare il provvedimento di esclusione dalla serie B ma non lo fece, con le conseguenze che conosciamo".