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“Falcone esaltato oltre i suoi meriti, voleva fare carriera”, le parole dell’ex giudice Carnevale

“Falcone è stato esaltato al di là dei suoi meriti effettivi, era ispirate dal desiderio di fare carriera” ha detto l’ex giudice Corrado Carnevale, per anni indicato come “l’ammazzasentenze”.
A cura di Antonio Palma
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Nel giorno in cui tutta Italia tributa onori, riconoscenza e affetto al giudice Giovanni Falcone a trenta anni esatti dall'attentato mafioso che lo uccise insieme alla moglie e a tre uomini della propria scorta, c'è chi non ha perso l'occasione per ribadire la sua contrarietà all'uomo simbolo della lotta alla mafia in Italia. Stiamo parlando dell'ex presidente della prima sezione penale della Corte di Cassazione, il giudice Corrado Carnevale, per anni indicato come "l’ammazzasentenze", processato per concorso esterno in associazione mafiosa e poi assolto con formula piena.

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"Falcone inizialmente è stato amato, poi quando si accorsero che forse il suo entusiasmo, la sua campagna ideologica non erano tutte disinteressate ma ispirate dal desiderio di fare carriera, allora nell'ambiente cominciò a decadere nella considerazione almeno di una parte dell'opinione pubblica. Era inevitabile che questa sua campagna ideologica gli portasse dei nemici, anche se non credo che Falcone avesse tutti questi nemici di cui si parla. Aveva i suoi esaltatori e i suoi critici, come accade per qualunque persona" ha dichiarato l'ex giudice Carnevale all'AdnKronos, nel giorno del trentesimo anniversario della strage di Capaci, aggiungendo: "Ma quello che vorrei dire è che Falcone è stato esaltato al di là dei suoi meriti effettivi".

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"Giovanni Falcone era considerato il magistrato antimafia per eccellenza. Non credo che fosse l’unico. Né l’unico né il più importante" ha sostenuto l'ex presidente della prima sezione penale della Cassazione, per anni considerato l'avversario di Falcone nei tribunali in quanto aveva ribaltato molte delle sentenze di condanna emesse su indagini del magistrato antimafia. Una etichetta di cui Carnevale non si pente affatto nemmeno oggi.  "Io ho sempre cercato di avere una stella polare, quella di applicare la legge, che non può non essere applicata a tutti i cittadini, quindi anche Falcone aveva gli stessi diritti che avevano gli altri cittadini" ha sostenuto Carnevale, aggiungendo: "Se in un ordinamento democratico non esiste l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, veramente c’è da restare trasecolati. E io ho sempre sostenuto questo, che ogni cittadino, anche il peggiore dei mafiosi, davanti al giudice ha gli stessi diritti e gli stessi doveri di ogni altro. Rifarei senz’altro tutto quello che ho fatto da presidente di sezione di Cassazione, non sono un ‘pentito’".

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Parole che hanno colpito Maria Falcone, la sorella del giudice che così ha voluti replicare:  "Parole simili pronunciate da una persona del genere per noi equivalgono a una medaglia. L'ex giudice Carnevale non ha ancora imparato a tacere. Ricordiamo tutti le sue sgradevoli e ingiuriose parole nei confronti di Giovanni intercettate dagli inquirenti. Ricordiamo quando lo definiva ‘un cretino'. Ma al di là degli insulti di un uomo che passerà alla storia solo come ‘ammazza sentenze', resta il fatto che grazie al lavoro di mio fratello sono finiti in carcere con condanne definitive centinaia di mafiosi come mai prima. Lui può vantare solo assoluzioni e scarcerazioni".

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