“Fai diventare nulla altri uomini”, le lettere a Messina Denaro di “Diletta”, la donna che aiutava il boss
Non solo avrebbe ospitato e assistito per lungo tempo il boss latitante Matteo Messina Denaro in casa sua e del marito, preparandogli spesso i pasti principali, ma il rapporto tra il capo di cosa nostra e Lorena Lanceri andava molto oltre. Secondo gli inquirenti, per lungo tempo la donna arrestata oggi aveva assunto il ruolo di veicolo di informazioni tra Matteo Messina Denaro e altre persone a lui molto vicine, intessendo con lui un rapporto strettissimo col nome di codice di "Diletta". Un ruolo di solito riservato alle persone che godono della massima fiducia del capomafia latitante e che aveva innescato anche gelosie amorose.
Il dettaglio emerge dalle carte dell’inchiesta che oggi ha portato in carcere la donna e il marito Emanuele Bonafede, cugino di Andrea Bonafede con l’accusa di favoreggiamento della latitanza del boss. Per gli inquirenti i due conoscevano da tempo il boss tanto da arrivare chiedergli di fare da padrino alla cresima del figlio nel lontano 2017. Quando Messina Denaro si è affidato alla famiglia Bonafede per la sua latitanza negli ultimi anni, i rapporti infatti si sono intensificati sempre di più tanto che alla donna era stato dato il compito di inviare e ricevere messaggi tra il boss e un’altra donna, Laura Bonafede, la figlia del capomafia di Campobello, con la quale il boss era in contatto.
“I dati ricavabili da una missiva scritta da Laura Bonafede a Matteo Messina Denaro consentono di affermare, in particolare, che Lorena Lanceri era indicata come “tramite”” scrive il Gip nell’ordinanza di oggi. “Ho visto Margot (L’auto n.d.r.) dal Tramite, stranamente non mi sono arrabbiato, non sono andato su tutte le furie come di solito mi succede. Mi ha dato parecchio fastidio, questo non lo posso negare. Mi ha dato fastidio non sapere cosa stessi facendo in quel momento, non sapere se eravate se eravate soli, se ti saresti fermato ancora a lungo. Oggi ho pensato: almeno non si nascondo. Contorto come pensiero? No, solo che preferisco sapere e non essere preso in giro” scriveva infatti Laura Bonafede dopo aver visto l’auto del boss davanti casa di Lorena Lanceri.
I militari hanno trovato numerosi riscontri del rapporto tra il boss e la Lanceri che col tempo si sono intensificati sempre di più, come dimostrano messaggi, lettere e chat. Per nasconderne la vera identità, Messina Denaro la chiamava Diletta ma le indagini hanno appurato che la donna era proprio la 48enne destinataria del provvedimento di custodia cautelare in carcere.
“Il bello nella mia vita è stato quello di incontrarti, come se il destino decidesse di farsi perdonare facendomi un regalo in grande stile. Quel regalo sei tu. Penso che qualsiasi donna nell’averti accanto si senta speciale ma soprattutto tu riesci a far diventare il nulla gli altri uomini” scriveva la donna in un biglietto diretto a Matteo Messina Denaro già nel 2019 e trovato a casa della sorella del boss Rosalia. “Averti conosciuto è un privilegio e mi dispiace per chi non ha potuto” scrive ancora la dona, concludendo: “Sei un grande anche se non fossi MMD. Tua Diletta".
Un messaggio che per gli inquirenti è la ulteriore prova che la donna sapesse benissimo chi era quell’uomo a differenza di quanto lei e il marito hanno sempre affermato dicendo che gli era stato presentato come Francesco Salsi, medico anestesista. “Sono dichiarazioni inconfutabilmente smentite dalle videoregistrazioni che dimostrano che in quell’arco temporale (dal 7 al 15 gennaio 2023) il Messina Denaro si è recato giornalmente nell’abitazione dei Bonafede-Lanceri, trattenendovisi a lungo” scrive il giudice, aggiungendo: "Nessun dubbio può quindi residuare sulla centralità del ruolo della donna per assicurare al latitante il più ampio conforto emotivo e relazionale – oltre a quello logistico e assistenziale".