Fabio ha avuto il via libera al suicidio assistito dopo l’appello, è il secondo italiano
A 24 ore dal suo straziante appello per chiedere allo stato di porre fine alle sue sofferenze in modo indolore, Fabio Ridolfi ha ottenuto il via libera al suicidio assistito. Il documento dell’Asur Marche stabilisce che Ridolfi rientra nei parametri stabiliti dalla Consulta nella sentenza Cappato-DJ Fabo per potere accedere all’aiuto medico alla morte volontaria.
A comunicarlo è la stessa Associazione Coscioni a cui il 46enne di Fermignano si era rivolto per chiedere assistenza. Fabio così è il secondo italiano ad aver ottenuto il via libera al suicidio assistito dopo il caso di Mario. Un via libera arrivato dopo l'appello pubblico ma che ha contorni ancora incerti e che non chiarisce per nulla le modalità del caso.
Il parere positivo del Comitato etico dell’Azienda Sanitaria Unica Marche, Area Vasta 1, che era stato chiamato a esprimersi, infatti era stato depositato già da settimane ma nessuno si era preoccupato di comunicalo al diretto interessato. Inoltre manca completamente l’indicazione del farmaco e delle relative modalità di somministrazione, come invece prevede la procedura, lasciando di fatto Fabio Ridolfi in una condizione di incertezza.
“Il parere è stato emesso l’8 aprile 2022 ma, nonostante ripetuti solleciti, qualcuno in ASUR Marche aveva ‘dimenticato’ per 40 giorni, di comunicarlo a Fabio Ridolfi” denunciano dall’associazione Coscioni. Fabio infatti si era sottoposto a tutte le visite mediche del caso ma dal 15 marzo non aveva più ricevuto notizie. “Soltanto dopo l’appello pubblico lanciato ieri da Fabio il documento è riapparso ed è stato recapitato al paziente” sottolineano.
“L’appello di Fabio ha colto nel segno. È inaccettabile che lo Stato italiano, e nello specifico la Regione Marche, abbia tenuto nel cassetto per 40 giorni un documento di tale rilevanza ed urgenza” ha commentato Filomena Gallo, avvocato e Segretario dell’Associazione Luca Coscioni, aggiungendo: “Purtroppo, il parere “positivo” dato dal Comitato etico è incompleto, perché nulla dice sulle modalità di attuazione e sul farmaco da usare affinché la volontà di Fabio possa finalmente essere rispettata. È ora doveroso che il Sistema sanitario delle Marche definisca le modalità del caso nella massima urgenza, senza che sia necessario nuovamente da parte di Fabio procedere per vie legali.”
“Fabio ha ottenuto un primo risultato in questa vicenda kafkiana del documento insabbiato per 40 giorni”, ha dichiarato Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, sottolineando che “Purtroppo il testo approvato alla Camera non fornisce alcuna garanzia nemmeno da questo punto di vista, e sarebbe dunque da discutere urgentemente e da integrare”