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Fa causa alla Germania per la deportazione del padre partigiano, ma l’Italia si oppone

Il caso del figlio di un partigiano internato in un lager nazista che si è ritrovato l’Avvocatura di Stato contro dopo aver tentato una causa alla Germania chiedendo un indennizzo.
A cura di A. P.
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La giustizia da riconoscere ad un padre partigiano deportato in Germania dai nazisti durante la seconda guerra mondiale contro la ragione di stato italiana. È la battaglia in corso da mesi nelle aule dei tribunali italiane tra la famiglia di Gualberto Cavallina, partigiano comunista originario di  Berra, nel Ferrarese, e l'avvocatura di Stato che, come racconta Repubblica, si oppone ad ogni  richiesta in virtù di un accordo tra il nostro Paese e la Germania per non rivangare le vecchie vicende belliche. Promotore della causa di Gualberto, il suo unico figlio, Diego, che nel novembre 2015 decise di chiedere conto alla Germania della deportazione avvenuta nel 1945.

Una richiesta fatta solo per principio dopo che la Corte costituzionale ha riconosciuto ai cittadini italiani il diritto di chiedere un indennizzo per i danni subiti dalla violazione dei diritti umani e per crimini di guerra. Si tratta infatti solo di poche decine di migliaia di euro. Se, come era prevedibile, la Germania ha rinunciato a resistere in giudizio perché si ritiene immune dalla questione in virtù dell'accordo e della "consuetudine del Diritto internazionale", amara sorpresa per Diego quando si è ritrovato di fronte lo Stato Italiano che ha dato incarico all'avvocatura di opporsi alla sua richiesta.

Per la Repubblica italiana dunque non conta la storia di Gualberto Cavallina, catturato dopo una sanguinosa battaglia e deportato prima a Dachau e poi nel campo di concentramento di Natzweiler dove venne costretto ai lavori forzati per lunghi mesi e si salvò solo per puro caso quando le SS abbandonarono il campo fucilando tutti gli italiani prigionieri. Per l'Italia conta la ragione di stato. Del resto la Germania ha chiesto che "in vista del mantenimento delle buone relazioni diplomatiche fra i due Stati, il governo italiano garantisca che la posizione giuridica assunta dalla Germania trovi considerazione nei procedimenti ripresi o avviati dinanzi ai giudici italiani contro la medesima. Sussiste quindi l'interesse del governo italiano a intervenire nel presente giudizio per la tutela di superiori esigenze di ordine sovranazionale attinenti al mantenimento delle relazioni internazionali".

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