Ezio Stefàno, il sindaco di Taranto rischia il processo per la sua pistola
Il sindaco di Taranto, Ezio Ippazio Stefàno, rischia di finire a processo per “porto d’armi nelle pubbliche riunioni da parte di persona munita di licenza”. L’accusa gli viene contestata nell’avviso di conclusione delle indagini da parte della Procura. I fatti risalgono a due anni fa: era il 22 maggio 2012, il lunedì successivo al ballottaggio per le elezioni a primo cittadino della sua città. Appresa la vittoria sullo sfidante di centrodestra, Stefàno, festeggiò la rielezione partecipando alla festa che si era tenuta nella sede del partito. In una foto delle foto lo si vede, con le braccia al cielo per salutare quanti lo applaudivano, con una pistola all'altezza della cintola.
Giro armato da trent'anni. E da quando sono sindaco ho ricevuto minacce pesantissime. Ho rifiutato la scorta e porto la pistola come deterrente. Ho scelto di difendermi da solo. Ho il dovere di tutelare la mia vita. Prima delle elezioni ho ricevuto lettere minatorie affinché ritirassi la mia candidatura. Non mi sono arreso ai delinquenti e sono andato avanti per la mia città".
Questa fu la giustificazione di allora.
Ora il sindaco non portò più l'arma, ma l’avviso di garanzia è arrivato ugualmente. Si tratta peraltro del secondo avviso di garanzia. Il primo era arrivato a Stefàno dalla Procura in merito alla maxi-inchiesta Ilva, nella quale il sindaco di Taranto è ora rinviato a giudizio. Questo nuovo reato contestatogli è punito dalla legge sulle armi con l'arresto da 4 a 18 mesi e l'ammenda da 103,29 a 413,17 euro. C’è peraltro da dire che Stefàno non è nuovissimo a questo tipo di polemiche. Nel 2008, fu l’ex questore di Taranto ed ex consigliere comunale del centrodestra, Eugenio Introcaso (scomparso prematuramente), a segnalare che il sindaco di Taranto, pur portando con sé una pistola, le aveva però tolte ai Vigili urbani.
