Un signore – che non conosco e che sicuramente sarà il più stimabile della Terra, o quanto meno di Milano centro – s'affaccia alla finestra durante il corteo dei No Expo, sventola la bandiera italiana dal balcone e si mette lì, come un grande bersaglio affacciato. Il vessillo si becca un paio di uova e c'è chi grida allo scandalo e alla cieca violenza. Non mi piace quest'ipocrisia, quest'uomo non è un eroe. Per nulla. E sbaglia.
Già, perché l'Expo di Milano non rappresenta l'Italia. Non rappresenta i lavoratori sottopagati né i giovani volontari sfruttati per l'evento, non rappresenta l'onestà silenziosa dei nostri concittadini, che evidentemente si scontra con arresti e mazzette determinati dall'evento. Non rappresenta il talento, visto che sarà ricordata come l'Esposizione Universale Incompiuta; non rappresenta, dunque, granché di positivo per gran parte degli italiani. Perché si cerca a tutti i costi questa rappresentazione comoda? Cui prodest? Fa comodo alla passerella politica e imprenditoriale, unica ad aver guadagnato dall'Expo 2015 di Milano.
Il signore con la bandiera non è il cinese di piazza Tienanmen: se proprio vuole un posto in cui sventolare il tricolore lo faccia ai processi per corruzione che, prescrizioni permettendo, scaturiranno dalla Grande Opera made in Italy.